“Sette giorni di abusi”| Esposto di Mediterranea

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04 Settembre 2019, 19:36

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L’ong Mediterranea Saving humans ha presentato oggi un esposto alla Procura della Repubblica di Agrigento e a quella di Roma per denunciare “sette giorni di violazioni, omissioni e abusi” relativi alla vicenda della nave Mare Jonio. “Le prime 30 pagine – scrive la Ong – offrono una ricostruzione dettagliata di tutti gli eventi intercorsi dall’alba del 28 agosto, quando la nostra nave ha soccorso 98 persone, tra cui 22 bambini piccoli, a rischio di morte su un gommone sovraffollato, fino alle prime ore del 3 settembre, quando al nostro comandante e al nostro armatore sono stati assurdamente notificati il sequestro amministrativo di Mare Jonio e una sanzione di 300.000 euro per avere violato il divieto di ingresso in acque territoriali, nonostante fossimo entrati con formale autorizzazione delle autorità competenti”.

Secondo Mediterranea, “la lista di violazioni e abusi commessi in questa vicenda è lunga, e non è certamente a carico del nostro equipaggio”, che ha “sempre agito – a differenza di alcuni dei massimi vertici del governo in carica fino a ieri – in piena conformità col diritto internazionale e con la nostra Costituzione”. “Speriamo che venga anche ricostruita dall’autorità giudiziaria la catena delle responsabilità istituzionali e personali riguardanti il nostro caso”, continua la ong, che parla di “una serie di gravissime omissioni”, di “provvedimenti assunti in difetto delle condizioni di legge e in violazione di obblighi internazionali e di norme di rango costituzionale”, di “comportamenti di dubbia liceità e fortemente lesivi della integrità psico-fisica, dignità e dei diritti dei migranti soccorsi, dell’equipaggio e di tutte le persone a bordo”.

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Numerose le condotte evidenziate nell’esposto di Mediterranea come illecite. In particolare: “il tentativo di respingere in Libia 98 profughi di guerra, tra cui numerosi bambini e donne in gravidanza”; “l’omesso coordinamento dell’evento Sar da parte delle autorità nazionali”; “l’omessa assegnazione del PoS”; “l’emissione del provvedimento inibitorio di accesso nelle acque territoriali da parte dei ministri competenti”; “l’ingiustificato trattenimento di tutte le persone a bordo della Mare Jonio”. E ancora: “il ritardo nell’adozione dei provvedimenti di evacuazione medica”; “l’omessa indicazione di un punto di fonda all’interno delle acque territoriali per garantire la sicurezza di tutte le persone a bordo”; “l’omessa, tempestiva, adozione, da parte delle competenti Autorità, dei necessari provvedimenti a tutela della salute e della sicurezza di tutte le persone a bordo per contenere il rischio di un’emergenza sanitaria e la diffusione di malattie comunitarie”; l’avere, come conseguenza di queste condotte, “sottoposto i naufraghi soccorsi a trattamenti inumani e degradanti, fortemente lesivi della loro dignità di persone e dei loro diritti fondamentali”.

Infine, “l’adozione del provvedimento di sequestro amministrativo della nave e della sanzione pecuniaria, pur a fronte dell’autorizzazione all’ingresso in acque territoriali rilasciata dalle competenti autorità portuali”. Mediterranea sottolinea quindi di aver chiesto alla magistratura di “accertare tutti gli estremi di reato riconducibili a queste condotte, al fine di perseguire e punire chi ne è autore: è un atto di giustizia che travalica anche le vicende che ci vedono direttamente protagonisti. Perché ripristinare lo stato di diritto nel Mediterraneo significa costruire argini all’abuso e alla violenza del potere anche a terra”. (ANSA)

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04 Settembre 2019, 19:36

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