03 Febbraio 2014, 20:45
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PALERMO – Era stato scelto come nuovo direttore generale della Seus, la società partecipata regionale che gestisce il servizio del 118. Ma Angelo Aliquò, uno dei manager della Sanità più vicini all’assessore Lucia Borsellino, rimasto fuori, dopo la selezione della commissione dalla rosa per aspiranti direttori generali delle Asp, non era riuscito a insediarsi. Un ritardo dovuto ai dubbi del Consiglio di sorveglianza della società partecipata. Il contratto ad Aliquò, infatti, avrebbe potuto violare il blocco delle assunzioni nelle società regionali. E così risultate illegittimo.
L’insediamento, quindi, s’era improvvisamente arrestato. Nonostante pochi giorni fa lo stesso Aliquò avesse persino partecipato a Palazzo dei Normanni a una audizione in Commissione Sanità, proprio sulla vertenza che ha coinvolto i lavoratori della Seu
Ma adesso sembra essere caduto l’ultimo ostacolo. L’Avvocatura dello Stato ha emesso il parere richiesto e ha sostanzialmente affermato che la nomina a direttore generale è in qualche moldo “obbligata” e che non può considerarsi una “nuova assunzione” in quanto Aliquò non va ad aggiungersi ad altre figure simili, ma colma semmai un vuoto che invece – stando allo Statuto della società – va assolutamente riempito.
La figura del direttore generale, secondo l’Avvocatura distretturale dello Stato “è inderogabilmente prevista nella regolamentazione sul funzionamento della struttura (né, secondo logica e in mancanza di disposizioni sulla designazione di amministratori delegati, potrebbe essere diversamente) e identificata come vertice amministrativo della stessa, oltre che responsabile primario dell’esecuzione di quanto deliberato in seno al Consiglio di Gestione”.
La nomina di Aliquò, quindi, non può sottostare ai vincoli posti dal blocco delle assunzioni ancora vigente. “La copertura di quella posizione funzionale – scrive infatti l’Avvocatura – non può certo essere ritenuta ” eventuale” , mentre l’esercizio dei corrispondenti poteri è, sempre per disposizione statutaria, subordinato alla sola, e discrezionale, scelta (assunzione o successivo licenziamento) del Consiglio di Gestione (trattasi di decisione che lo statuto inserisce fra quelle non delegabili ad altri organi, oltre che soggette obbligatoriamente a riscontro del Consiglio di sorveglianza). Poste queste premesse, – si legge sempre nel parere non sembrano allora condivisibili le perplessità manifestate dal predetto Consiglio di Gestione su presunti effetti preclusivi sull’assunzione”.
Le norme richiamate “sanciscono – scrive sempre l’Avvocatura – il divieto di procedere a nuove assunzioni di personale, a tempo determinato o indeterminato di ” nuovo personale”. Di contro, e per un verso, le previsioni statutarie – viene precisato nel parere – nè consentono nella specie di fare a meno del Direttore Generale, né rendono fungibili le funzioni di vertice espressamente riservategli”.
Quella di Aliquò, insomma, non è una “nuova assunzione”, perché non amplia “il numero complessivo dei dipendenti”. Aliquò non è quindi un “nuovo assunto”. Ma va solo a ricoprire una carica tassativamente richiesta dallo Statuto. Un direttore generale, insomma, alla Seus “deve” andare. E sarà il fedelissimo dell’assessore, graditissimo al presidente. “Spero che adesso – ha commentato il presidente della commissione Sanità all’Ars Pippo Digiacomo – Aliquò possa mettersi immediatamente al lavoro. Perché in Seus c’è molto, molto da fare”.
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03 Febbraio 2014, 20:45