“Seviziati con i cavi elettrici”| Ergastolo per il nigeriano ‘Rambo’

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18 Dicembre 2018, 16:10

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PALERMO – Ergastolo per avere ucciso, seviziato e violentato alcuni migranti in un campo di prigionia libico. È la prima volta che un giudice, si tratta del Gup Marcella Ferrara, decide il massimo della pena per gli imputati. Si tratta del nigeriano John Ogais e del ghanese Sam Eric Ackom.

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Ogais fu arrestato nel Cara “S.Anna” di Isola di Capo Rizzuto dai poliziotti delle squadre mobili di Agrigento e Crotone e dallo Sco, su richiesta del procuratore di Palermo Francesco Lo Voi e dei pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia Calogero Ferrara e Giorgia Spiri.

È accusato, assieme ad Ackom, di far parte di un’organizzazione criminale che gestiva la tratta di migranti tra la Libia e la Sicilia, di sequestro di persona, violenza sessuale, omicidio aggravato e favoreggiamento di immigrazione clandestina. Ed ancora di torture e sevizie nella prigione di “Alì il Libico”, e cioè l’uomo che gestiva il campo dove venivano ammassati i migranti prima di imbarcarsi in uno dei tanti viaggi della speranza.

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“Durante la mia permanenza all’interno di quel ‘ghetto’ da dove era impossibile uscire ho sentito che l’uomo che si faceva chiamare Rambo ha ucciso un migrante. So che mio cugino e altri hanno provato a scappare e che sono stati ripresi e ridotti in fin di vita, a causa delle sevizie cui sono stati poi sottoposti”: cominciava così il drammatico racconto di una delle vittime di Ogais,

“Vi era un altro tale Rambo della Nigeria – confermò un altro testimone – … sono stato torturato con i cavetti elettrici in tensione. Mi facevano mettere i piedi per terra dove precedentemente avevano versato dell’acqua. Poi azionavano la corrente elettrica per fare scaricare la tensione addosso a me. Subivo delle scariche elettriche violentissime. Questo avveniva circa due volte alla settimana. Alcune volte mi picchiavano, in varie parti del corpo, con dei tubi. Alcune volte mi legavano le braccia e poi mi appendevano in aria, per picchiarmi violentemente”.

“Una volta – proseguiva il drammatico racconto – ho avuto modo di vedere che Rambo, il nigeriano, ha ucciso dopo averlo imbavagliato e torturato a lungo, un migrante suo connazionale che si trovava lì con noi”.

 

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18 Dicembre 2018, 16:10

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