Sfida fatale su Tik-Tok per la bimba di 10 anni: la verità nel telefonino

Sfida fatale su Tik-Tok per una bimba di 10 anni: la verità nel telefonino

Le indagini sulla tragedia: ipotesi "istigazione al suicidio"

PALERMO – La verità è custodita nella memoria del telefonino della povera Antonella. Da alcune ore i medici dell’Ospedale dei bambini hanno dichiarato la sua morte cerebrale. Nella disperazione dei genitori e dei parenti si fa avanti, con sempre maggiore forza, l’ipotesi che sia morta per una delle sfide che i giovanissimi disputano su TikTok’.

Il telefonino era nel bagno dell’abitazione in cui la piccola di 10 anni viveva con i genitori alla Kalsa. E c’era pure quella maledetta cintura che le stringeva il collo. Si smette quando non si ha più fiato: la sfida consiste in questo. E la giovane vittima, quando è stata soccorsa dai genitori, era cianotica. (leggi, “La psichiatra: attenzione al cellulare” e “Lo psicologo: Emergenza adolescenti”).

La piccola, nonostante l’età, aveva un profilo privato sul social network. Significa che i video non sono pubblici, ma visibili solo agli “amici”. Stava sperimentando qualcosa che avrebbe dovuto fare vedere a qualcuno nei giorni a venire? Oppure emulava un altro giovanissimo amico che stava facendo la stessa cosa in quel momento? Sono stati i genitori a parlare di Tik Tok. Nella ‘challenge’ ci si sfida con dei video. Si deve guadagnare pubblico anche a costo di stringersi una corda al collo.

Sulla tragica vicenda è intervenuto il portavoce ti TikTok, precisando che sulla piattaforma non c’è la blackout challenge: “Siamo davanti ad un evento tragico e rivolgiamo le nostre più sincere condoglianze e pensieri di vicinanza alla famiglia e agli amici di questa bambina. La sicurezza della community TikTok è la nostra priorità assoluta, per questo motivo non consentiamo alcun contenuto che incoraggi, promuova o esalti comportamenti che possano risultare dannosi”.

Ed ancora precisa che l’app utilizza “diversi strumenti per identificare e rimuovere ogni contenuto che possa violare le nostre policy. Nonostante il nostro dipartimento dedicato alla sicurezza non abbia riscontrato alcuna evidenza di contenuti che possano aver incoraggiato un simile accadimento, continuiamo a monitorare attentamente la piattaforma come parte del nostro continuo impegno per mantenere la nostra community al sicuro. Siamo a disposizione delle autorità competenti per collaborare alle loro indagini”.

Oggi è stato il giorno della disperazione (e lo saranno anche i giorni a venire), della morte cerebrale, del via libera all’espianto degli organi. Tocca gli investigatori della squadra mobile capire cosa sia accaduto partendo dal telefono che è stato sequestrato. Di sicuro la procura per i minorenni ha aperto un fascicolo al momento a carico di ignoti ipotizzando il reato di “istigazione al suicidio”. Anche la Procura ordinaria ha avviato un’inchiesta.


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