Sfuma la sfiducia a Milazzo |Salta il numero sulle dimissioni

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07 Maggio 2015, 14:01

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CATANIA – Fiato sospeso fino all’ultimo in Consiglio comunale. Momenti di tensione non indifferenti si sono infatti registrati in aula sull’ordine del giorno a firma di numerosi consiglieri, per chiedere le immediate dimissioni del presidente del Consiglio di amministrazione del teatro Stabile, Nino Milazzo. Atto prelevato appostitamente dalla lunga lista di interrogazioni presentate negli anni dai rappresentanti dei cittadini, ma mai esitate dal sindaco né dai suoi delegati in Giunta.

Per alcune, come ha evidenziato Agatino Lanzafame – che ha infatti ritirato quella presentata dallo stesso – è passato oltre un anno, rendendole “superate dalla storia”, come ha sottolineato un altro componente della maggioranza, Niccolò Notarbartolo. “Quando presentiamo interrogazioni – sottolinea il vicepresidente vicario Sebastiano Arcidiacono – a giudicare dalle reazioni, sembra che ci rendiamo colpevoli del reato di lesa maestà”.

“L’ennesima dimostrazione di un’amministrazione che pensa a mettere fiori e passeggiare in bicicletta – tuona il capogruppo di Area Popolare, Manlio Messina – ma che non risponde alle richieste, legittime, del senato della città. Non si capisce, evidentemente – continua – che questo è l’organo votato dai cittadini e che rappresenta la democrazia. Nessuno si deve permettere di prendere in giro noi è i catanesi”.

Ed è proprio Messina, per evitare perdite di tempo su interrogazioni troppo datate, a proporre di prelevare l’odg sulle dimissioni di Milazzo. Proposta appoggiata da 22 consiglieri su 27 presenti, compresa parte della maggioranza: Siciia Democratica, alcuni esponenti di Articolo 4, Catania Futura e alcuni elementi del Pd. Un segnale, più che evidente, di insofferenza, palesato sull’atto sfiducia del presidente dello Stabile Nino Milazzo – nominato dal sindaco Bianco.

Ma è qui che le cose complicano. L’aula chiede il voto segreto – evidente l’imbarazzo di alcuni consiglieri nello sfiduziare un uomo del sindaco – che, secondo il Segretario generale, Antonella Liotta, “è auspicabile quando il voto tratta di persona”.

<p>l'urna per la votazione segreta</p>

Viene prelevata l’urna per custodire le schede “anonime”, ma la votazione è palese, con il consenso confuso di parte dell’aula, nel frattempo diventata una bolgia infernale, tra le urla dei consiglieri (alcuni dei quali, forse raggiunti da qualche provvidenziale telefonata a impartire gli ordini di scuderia, escono dall’aula).

L’atto non passa, anche se l’orientamento del Consiglio è più che evidente. Per due voti manca il numero legale. Sono quelli di Catania Futura, gruppo di maggioranza ma contrario alla gestione globale dello Stabile.

Per adesso Milazzo rimane al suo posto. Almeno fino a domani, quando l’odg tornerà in aula per il voto, e a meno di decisioni pomeridiane da parte dello stesso presidente.

 

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07 Maggio 2015, 14:01

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