Sgarbi: “In un mese ho fatto tanto | Ma non so se resto in Sicilia”

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29 Dicembre 2017, 16:26

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PALERMO – “Mi piace stare in Sicilia, è più divertente stare qui. Ma non so ancora cosa farò in futuro, devo decidere come affrontare la campagna elettorale per le politiche. Non so se continuerò a fare l’assessore o se tornerò a Roma”. Sono le parole dell’assessore regionale ai Beni culturali Vittorio Sgarbi che oggi era a Palazzo dei Normanni a Palermo. Rispondendo alle domande dei giornalisti, l’assessore ha stilato un elenco delle cose che ha già fatto da quando si è insediato. “Appena sono arrivato – ha detto – ho trovato un bando da 4 milioni per interventi nei siti culturali, ho stipulato un accordo sindacale che ha permesso di tenere i musei aperti il 25 dicembre e lo stesso accadrà il 1 gennaio, abbiamo già avviato un lavoro importante per il museo Mandralisca, Villa Piccolo, la fondazione Whitaker, per la Venere di Morgantina e per il sito di Selinunte. E tanti altri progetti sono già in cantiere”.

Paragonato a Franco Battiato, assessore al Turismo della prima giunta Crocetta, Sgarbi ha spiegato: “Quando Franco Battiato si è insediato ha detto di non avere trovato neppure un euro? Ha usato una formula retorica. Io ho trovato le condizioni per lavorare bene, in un mese ho già fatto molto per la Sicilia. C’è da sottolineare un aspetto – ha aggiunto Sgarbi – Battiato era assessore al Turismo, io sono assessore ai Beni Culturali e i due assessorati hanno fondi e competenze differenti”, ha precisato riferendosi all’affermazione del cantautore che disse “hanno rubato tutto, non ho trovato un euro”.

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Il neo assessore ha parlato anche delle dimissioni dell’ex collega di giunta, Vincenzo Figuccia: “Vuole svolgere liberamente il proprio mandato da deputato”, ha detto Sgarbi. “Certo – ha proseguito Sgarbi – le dimissioni di Figuccia per certi aspetti sono paradossali: se n’è andato dalla giunta in modo polemico perché Musumeci lo aveva invitato a lavorare in silenzio dopo le sue dichiarazioni sui termovalorizzatori. Ma le dimissioni sono arrivate dopo una lite con Miccichè sui tetti agli stipendi, sulla quale Figuccia e Musumeci la pensano allo stesso modo”. “Le polemiche sul tetto agli stipendi? – prosegue l’assessore – 240 mila euro sono troppi per chi vale poco e pochi per chi vale molto. Miccichè ha fatto un ragionamento corretto ma difficile da far percepire all’esterno: in pratica ha detto quello che dovrebbe essere ovvio, cioè che un Picasso non può essere valutato come il quadro di un pittore di carretti siciliani. Però vedo tante polemiche, ma nessuno si scandalizza per i membri della Consulta, che prendono 490 mila euro l’anno per non fare un c….”. Proprio la Corte Costituzionale, in una sentenza dello scorso maggio tornata d’attualità dopo le polemiche sugli stipendi dell’Ars, aveva stabilito che il tetto a 240 mila euro “non è inadeguato in quanto si raccorda alle funzioni di una carica di rilievo e prestigio indiscussi” e questa misura “si inquadra in una prospettiva di lungo periodo”. “Comunque in questi casi – ha concluso Sgarbi – le trattative si fanno con le rappresentanze sindacali”.

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29 Dicembre 2017, 16:26

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