03 Aprile 2018, 17:35
3 min di lettura
PALERMO – “Vado via perché Musumeci ed io abbiamo opinioni totalmente differenti su come si fa l’assessore. Lui, fondamentalmente, vuole un capoufficio, uno che sia sempre presente, praticamente un impiegato. Io invece non sono così rigido”. All’incontro di oggi a Palazzo d’Orleans tra il presidente della Regione Nello Musumeci e l’assessore, ormai dimissionario, ai Beni culturali, Vittorio Sgarbi, le posizioni si sono chiarite, ma i punti di vista sono rimasti molto distanti, “due visioni totalmente differenti su cosa significa fare l’assessore”, ribadisce il critico d’arte. Che rimane convinto però di non essere poi così tanto in errore: “Quando ho fatto il sindaco di Salemi è uscita più comunicazione su Salemi che su tutta la Sicilia. Il mio è un metodo diverso”.
Così, dopo tanti botta e risposta, dopo le incomprensioni e le riappacificazioni delle scorse settimane, l’assessore Sgarbi rassegnerà le sue dimissioni venerdì. L’ultima uscita pubblica sarà quella di domani, mercoledì 4 aprile, quando presenterà la mostra dei capolavori di Palazzo Abatellis allo Steri di Palermo. Con lui ci sarà il rettore dell’Università degli Studi di Palermo, Fabrizio Micari, ex candidato del Pd alle scorse Regionali. “Micari ha elogiato lo sforzo e il risultato che abbiamo ottenuto con questa grande mostra”, ha detto Sgarbi, che ha pure scherzato: “Potrei anche decidere di passare al centrosinistra”.
Sgarbi, comunque, non andrà via definitivamente dalla Sicilia, spiega a LiveSicilia: “Musumeci mi ha chiesto di restare come consulente del prossimo assessore ai Beni culturali, mi occuperò ancora del restauro del tempio G di Selinunte e sarò consulente per le attività espositive”, afferma l’assessore, dopo aver raccontato di “aver incardinato con Patrizia Monterosso (direttore generale della Fondazione Federico II, n.d.r.) la mostra sull’arte fiamminga in Sicilia”. L’incarico sarà a titolo gratuito, ma con rimborso spese. “I soldi non sono molti, mi ha spiegato Musumeci, quindi va bene anche così”.
Rimane l’incognita di chi sarà il suo successore. Il posto, conteso tra i vari partiti della maggioranza, dovrebbe restare comunque in quota Forza Italia, in virtù anche del patto tra Musumeci e Berlusconi di cui aveva parlato lo stesso Sgarbi. “L’ipotesi di Sebastiano Tusa è rimasta in sospeso. Non tocca a me decidere – dice Sgarbi. – Io lo avevo proposto come direttore generale, ora non so come andrà a finire”. Certo, con il pensionamento della dirigente Maria Elena Volpes e con il prossimo cambio dell’assessore, in piazza Croci si annuncia a breve una piccola rivoluzione.
L’incontro è stato di quelli “pacificatori”, Sgarbi dice di essere contento che tutto si chiuda “nel migliore dei modi, con un ottimo rapporto tra me e Musumeci”, ma ribadisce di non comprendere ancora “tutta questa fretta”. “È singolare – conclude – pare che non si possa fare a meno di considerare come urgente la mia scelta tra il ruolo di deputato e quello di assessore, nonostante la legge mi lasci molto più tempo. Si poteva anche aspettare che si facesse questo non governo…”, aggiunge, riferendosi alla possibilità per lui di essere chiamato a volgere l’incarico di ministro dei Beni culturali qualora si optasse al Colle per un governo tecnico. “Me lo hanno confermato fino a ieri…”, rivela.
E a proposito di governo, quello siciliano guidato da Musumeci intanto è impegnato a ricompattare una maggioranza sfaldata, in vista del voto sulla Finanziaria. “Il problema della maggioranza per Musumeci c’è, lo sa anche lui”, conclude Sgarbi, che però si dice ottimista sulla durata della Legislatura: “Ho parlato con Cardinale (Totò Cardinale, leader di Sicilia Futura, n.d.r.): pare che sia disponibile a sostenere il governo e questi due voti in più potrebbero essere fondamentali”.
Pubblicato il
03 Aprile 2018, 17:35