28 Febbraio 2018, 18:43
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CATANIA- Dopo circa un’ora e mezza di camera di consiglio la Corte d’Assise di Catania, presieduta da Concetta Spanto, ha condannato Paolo Cartelli a 16 anni per l’omicidio di Maria Ruccella, la 74enne di Calatabiano sgozzata nella propria abitazione. I giudici hanno escluso le aggravanti dei futili motivi e della crudeltà ed hanno ritenuto le circostanze attenuanti generiche prevalenti sull’aggravante della minorata difesa. Il pubblico ministero Andrea Norzi aveva chiesto una condanna a 21 anni di carcere. Presenti in aula durante la pronuncia della sentenza, oltre all’imputato, anche la madre e la sorella del 39enne, che hanno seguito accanto al proprio congiunto tutte le fasi del processo in primo grado. “Fermo restando che questo difensore – dichiara a LiveSiciliaCatania Lucia Spicuzza, difensore di fiducia dell’imputato – crede fermamente nel fatto che Paolo Cartelli non sia stato l’autore dell’omicidio, ma che vi siano elementi probatori concreti che depongano a favore della presenza di altri soggetti su luogo del delitto, ciononostante – prosegue il legale – considerato il capo di imputazione così come formulato dall’accusa, si ritiene che la condanna emessa sia un ottimo risultato per la difesa. Sarà interessante leggere le motivazioni”.
L’OMICIDIO – È il 3 ottobre del 2015 quando la notizia dell’uccisione di un’anziana donna a Calatabiano scuote l’intera comunità. Maria Ruccella, chiamata da tutti signorina Amalia, viene trovata agonizzante nella propria abitazione in pieno centro storico. I sanitari tentano disperatamente di strapparla alla morte. Ma la ferita alla gola, causata dal collo di una bottiglia, rinvenuto nella scena del crimine, è troppo profonda. La donna morirà poco dopo. Si apre la caccia all’assassino. Nel piccolo comune ionico convergono, oltre ai carabinieri della Compagnia di Giarre, anche i militari del Nucleo Investigativo di Catania e i reparti della scientifica, i Ris di Messina e la Sis di Catania. Ci vorranno poco più di 24 ore per fermare il presunto assassino. A consegnarlo ai carabinieri è la stessa madre, che rinviene in casa abiti sporchi di sangue. Si tratta di Paolo Cartelli, 37enne di Calatabiano, affetto da un ritardo mentale. E’ lui stesso in un primo momento a confessare l’uccisione dell’anziana. L’avrebbe uccisa per un debito di 10 euro. L’indagato poi ritratta tutto. Sarebbe stato presente sui luoghi ma non avrebbe colpito lui la signorina Amalia. Per l’accusa, che non crede alla nuova versione, le prove sono inequivocabili.
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28 Febbraio 2018, 18:43