05 Dicembre 2011, 14:08
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Una petizione contro i costi della politica, e una richiesta inviata alla Regione siciliana: “Costituirsi parte civile nel processo in cui è implicato il presidente Raffaele Lombardo”. Con due documenti distinti, il movimento “Cinque stelle”, affronta due dei temi più scottanti dell’attuale situazione politica siciliana.
Una raccolta di firme (il movimento afferma di aver toccato quota diecimila) è stata organizzata per chiedere al presidente dell’Assemblea regionale Francesco Cascio (nella foto) un intervento su quelli che i “grillini” considerano i veri sprechi del parlamento siciliano.
In una lettera, sottoscritta dal leader siciliano e candidato a sindaco di Palermo, Riccardo Nuti, il movimento fa riferimento anche ai recenti arresti di due altri deputati dell’Ars, Fabio Mancuso e Roberto Corona: “L’equazione – si legge nella nota – ‘stipendi più alti, minore corruzione’ è evidente che non è vera, i fatti giudiziari che riguardano i deputati dell’Assemblea regionale sono sotto gli occhi di tutti. I partiti – prosegue – gridano allo scandalo ma poi non fanno nulla con i corrotti che hanno un casa, nessuna espulsione si è mai verificata, nessuna presa di posizione netta”.
Ma oltre agli aspetti giudiziari, ecco quelli economici. Il movimento, innanzitutto chiede l’abolizione della legge regionale 44 del 1965. La legge, per intenderci, che equipara l’indennità del deputato siciliano a quello dei sanatori della Repubblica. Abolita questa norma, le indennità dei parlamentari siciliani dovrebbero essere rimodulate. E il movimento avanza le proprie proposte: la riduzione delle indennità dei deputati siciliani al 55% di quella dei parlamentari siciliani, l’abolizione del rimborso forfettario delle spese di trasporto (attualmente di circa 10 mila euro l’anno) e la previsione del rimborso del biglietto nominativo, riduzione delle spese di viaggio (attualmente vanno da 6.600 euro ai 16 mila euro l’anno a seconda della distanza da Palermo) a 0,30 centesimi al chilometro (“corrispondente – si legge nella petizione – al corrispettivo per un’auto piccola ed ecologica”).
E ancora, sempre sul tema delle indennità, il documento sottoscritto da diecimila persone chiede anche di eliminare le indennità di funzione aggiuntive (quei “bonus” garantite a specifiche “cariche” nel Parlamento, dal presidente, ai vice, ai questori, ai presidenti e segretari di commissioni), di cancellare il vitalizio, di abolire l’assegno di fine mandato (pari a 9.500 euro per ogni anno di “lavoro” all’Ars), di eliminare la diaria (riconosciuta a titolo di rimborso di soggiorno a Palermo, e già recentemente ridotta da 4mila a 3.500 euro), e di cancellare anche la cosiddetta “indennità per i portaborse” (ovvero la voce “rimborso spese per lo svolgimento del mandato parlamentare”) che viene assegnato al gruppo di appartenenza del deputato e pari a circa 4mila euro mensili. Tutti interventi che, secondo la stima del movimento, farebbero risparmiare alle casse regionali qualcosa come 14 milioni di euro l’anno, 70 milioni in cinque anni.
“Regione parte civile al processo contro Lombardo”
Altro documento, altro tema. Stavolta la questione scottante riguarda il processo che vedrà il prossimo 14 dicembre il presidente della Regione Raffaele Lombardo presentarsi alla prima udienza per rispondere del reato di “voto di scambio”.
Il Movimento Cinque stelle ha depositato oggi alla segreteria del Governatore una richiesta, indirizzata a tutti i componenti la Giunta di governo, con un invito “ad adottare tutti i provvedimenti idonei per assicurare la costituzione di parte civile ed il risarcimento dei danni eventualmente patiti dalla regione siciliana a fronte dei reati che si assumono commessi da Lombardo Raffaele”.
Un atto dovuto, secondo i Grillini, che aggiungono: “vi sono altri reati gravi contro l’amministrazione medesima quali il cosiddetto ‘voto di scambio’ che, contrariamente a quanto sostenuto pubblicamente da un leader di uno dei partiti che sostengono l’attuale maggioranza di governo regionale, non è affatto ‘bagatellare’ in quanto incide direttamente sul rapporto fiduciario che DEVE sussistere tra corpo elettorale ed eletto”.
Il problema evidente è, però, che il presidente di quella Regione che dovrebbe costituirsi parte civile, in questo processo sarà imputato. Per questo, il Movimento chiude la sua lettera chiedendo agli esponenti della Giunta di delegare “un soggetto idoneo a rappresentare legalmente e giuridicamente la regione compiendo gli atti del ministero inibiti per evidente conflitto di interessi al presidente in carica”. Ma non solo, il Movimento solleva una vecchia storia: quella dell’illegittimità dell’assegnazione della carica di vicepresidente (attualmente ricoperta dall’assessore Giosuè Marino) a un assessore “non eletto”. Un problema puramente “tecnico”, insomma.
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05 Dicembre 2011, 14:08