Si apre il risiko della nuova giunta |I nodi da sciogliere per Musumeci

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14 Novembre 2017, 15:36

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PALERMO – Nello Musumeci comincerà tra oggi e domani gli incontri bilaterali con i vertici dei partiti della coalizione per fare il punto sulla giunta. I nodi da sciogliere non mancano e sono tutti politici. Al di là delle recriminazioni di Cateno De Luca, che nei suoi video dai domiciliari rinfaccia al presidente di “scaricare gli amici quando sono stati sottoposti agli attacchi di certe mafie rinnegandoli e dileggiandoli nei talk show”. Per il governatore, che non è ancora stato proclamato tale (sabato dovrebbe essere il giorno), i pensieri sono altri. E cioè una serie di questioni aperte che dovranno trovare una quadra da qui ai prossimi giorni.

A chi tocca Armao?

Quest’estate si erano pizzicati, quando si era aperta tra i due la concorrenza per il ruolo di candidato presidente. Alla fine Gaetano Armao ha dovuto lasciare spazio a Musumeci, ma con la promessa di un assessorato pesante (l’Economia) e della vicepresidenza. Si era vociferato anche di un posto nel listino che avrebbe garantito l’elezione sicura all’Ars, e che invece non c’è stato. Insomma, le premesse per la coabitazione tra il presidente e il suo numero due non sono esattamente le migliori. Ma il primo nodo da scegliere è se Armao entra in giunta in quota Forza Italia o no. Non è questione da poco. Nel primo caso, infatti, i berlusconiani dovrebbero rinunciare a un posto a tavola di quelli da distribuire tra le province.

I posti per i centristi

Qualcosa di simile vale anche per Roberto Lagalla, cioè l’altro candidato presidente che ha fatto un passo indietro. Tutti lo immaginavano alla Sanità, Musumeci lì non lo vuole. Anche qui, premesse forse non idilliache per avviare una convivenza politica. Ma Lagalla entra in giunta in quota alla lista che lo ha eletto all’Ars? Cioè quella Idea Sicilia-Popolari-Autonomisti che avrebbe già un assessore, l’unico uscito dalla bocca di Musumeci, cioè Toto Cordaro. Resterebbe fuori dalla giunta a quel punto la componente autonomista dei lombardiani. E questa è un’altra pratica da affrontare.

Leghisti o Fratelli?

Un posto in giunta spetterà alla lista che vedeva insieme Fratelli d’Italia e salviniani. Già, ma a chi dei due? Il partito della Meloni potrebbe indicare o il palermitano Gianpiero Cannella o Manlio Messina, da Catania. I leghisti di Sicilia vedrebbero in pole position due parlamentari nazionali in carica, Angelo Attaguile e Alessandro Pagano. Chi resterà scontento?

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Il caso Sgarbi

Non solo Armao, anche Vittorio Sgarbi secondo la lettura di qualche alleato dovrebbe essere imputato nel conto degli assessori di Forza Italia. Riducendo ulteriormente i margini di manovra di Gianfranco Miccichè per premiare i suoi colonnelli sul territorio. Ma sarà davvero assessore Sgarbi? Oggi, in un’intervista a Repubblica, il critico tra le altre cose dice che gli piacerebbe arruolare Rosario Crocetta come testimonial del turismo gay in Sicilia. Le sue uscite sempre sopra le righe potranno rappresentare una mina vagante e un’occasione di imbarazzi o incidenti diplomatici per Nello Musumeci? Sgarbi ha la competenza e lo spessore per il ruolo ma il vento della sua vela è sempre stata la provocazione.

A chi la Sanità?

Nella spartizione delle poltrone la casella della Sanità, l’assessorato più ricco e potente, è ovviamente molto ambita. Forza Italia potrebbe rivendicare il posto e in pole position ci sarebbe il catanese Marco Falcone, capogruppo azzurro nella scorsa legislatura. Ma a quella poltrona il toto-assessori – smentito su tutta la linea da Musumeci – ha accostato anche il nome di Alessandro Aricò di #DiventeràBellissima. Una via d’uscita, per questo e per altri assessorati, potrebbe essere per il presidente la scelta di un tecnico.

La presidenza a Miccichè

Musumeci dovrebbe mettere piede a Palazzo d’Orleans lunedì. La nuova Ars dovrebbe riunirsi entro la prima decade di dicembre. Si arriverà a quell’appuntamento con un governo già nominato? Non è dettaglio da poco. Perché alla prima seduta tocca votare il presidente dell’Assemblea e in campo c’è il nome di Gianfranco Miccichè. “Una candidatura che nessuno può mettere in discussione”, dice Saverio Romano. Tra il dire e il fare ci sono i possibili mal di pancia che la genesi di una giunta porta inevitabilmente con sé. E alla luce della risicatissima maggioranza di Musumeci a Sala d’Ercole, questo potrebbe complicare parecchio la pratica dell’elezione di Miccichè. Sempre che il governo – che ieri Confesercenti ha chiesto si insedi al più presto per dare risposte alle imprese – non nasca dopo la prima seduta dell’Ars.

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14 Novembre 2017, 15:36

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