21 Luglio 2015, 15:28
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MESSINA – Il futuro del Messina si sta scrivendo nei tavoli dei ristoranti o nei locali del centro storico, sede degli incontri tra le cordate che vorrebbero rilevare la società. Cordate che ben presto potrebbero fondersi per dar vita ad un’unica realtà vogliosa di scrivere le pagine dopo Lo Monaco. I protagonisti sono ben noti oramai, con la Confcommercio che la settimana scorsa ha lanciato l’azionariato popolare nominato “My Messina”, mentre dall’altra parte c’è la cordata guidata da Arturo Di Napoli. L’incontro di venerdì è stato proficuo, le due realtà hanno gettato le basi per una collaborazione come testimonia il pranzo che si è svolto ieri alla presenza del commercialista Leonardo Termini. E’ chiaro che ogni azione è limitata fino a quando i diretti interessati non metteranno le mani sul bilancio societario, depositato e rigettato dalla Camera di Commercio per la mancanza della firma del revisore Isabella Gravina.
Problema che ha creato uno stallo di 24/48 ore, ma che potrebbe essere risolto già nella giornata di oggi. Poi toccherà a consulenti ed intermediari arrotolarsi le maniche e mettersi a lavoro, perché compreso il monte debitorio della società può partire la seconda fase, cioè quella che porterà all’inclusione di più investitori possibili con il presidente della Confcommercio Carmelo Picciotto già all’opera da qualche giorno. Dal punto di vista sportivo, molto dipenderà dal Consiglio di Lega del prossimo lunedì, che potrebbe sentenziare l’abolizione della quota di 500 mila euro per il fondo perduto in favore della stessa Lega Pro, in favore di un innalzamento a 600mila euro della fideiussione valida per l’eventuale iscrizione in terza serie. A questo punto proprio quei 300 mila euro in meno potrebbero fare la differenza, per permettere al Messina di sognare il ripescaggio in Lega Pro. Ma questo è un altro capitolo ancora tutto da scrivere.
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21 Luglio 2015, 15:28