27 Dicembre 2015, 16:07
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CATANIA- Un Dante interpretato dal maestro Agostino De Angelis, in pantaloni e camicia a sottolineare il messaggio sempre attuale della Divina Commedia. Dante viene riletto e adattato per uno spettacolo elegante e composto che si svolge all’interno della Badia di Sant’Agata.
I brani più famosi dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso animati da attori e ballerini, luci e musiche che s’incarnano con le sinuosità barocche degli absidi e degli stucchi, in una prodigiosa compenetrazione tra architettura e poesia. Il genio di Vaccarini incontra l’ispirazione divina di Dante, resa viva dalla vibrante interpretazione della compagnia ExtraMoenia.
Ma sono i versi dell’inferno che tuonano vigorosi nella mente del pubblico e conquistano più spazio all’interno della pièce teatrale. Piuttosto che Purgatorio e Paradiso, Agostino de Angelis sceglie di cavalcare i temi del primo libro, a testimoniare forse il fatto che ci sentiamo più vicini ai malvagi, a coloro che hanno peccato, coloro che hanno commesso degli errori nella vita. E pare che non basti neanche l’ardire di rileggere Dante dentro quel miracolo architettonico che è la Badia di Sant’Agata per avvicinarci ad angeli, a beati e ai Santi del Paradiso perché è l’inferno che resta più impresso nella mente, il libro più letto e conosciuto della Divina commedia. Con i suoi personaggi tormentati pare che s’instauri, da sempre, una maggiore vicinanza, addirittura una maggiore simpatia.
Maestro de Angelis, Se pensiamo a tutti i personaggi della Divina Commedia, reinterpretati dalla vostra compagnia in questa lettura alla Badia di Sant’Agata, quale è quello a cui si sente più vicino.
“Sicuramente l’Ulisse. L’eterno viaggiare, l’andare e il tornare e l’eterna curiosità che spinge gli uomini a compiere viaggi ed esplorazioni che non sono solo geografiche ma anche introspettive. Ma tutti i personaggi di Dante sono eterni. Se pensiamo al dramma del Conte Ugolino che viene tradito e lasciato morire in carcere, dall’arcivescovo che pensava gli fosse amico. O se pensiamo al dramma di Paolo e Francesca, quante tragedie ci sono oggi in amore. E ancora, chi chiede perdono a Dio, come Bonconte, il quale si pente allo stremo delle sue forze e lo ritroviamo in purgatorio”.
In linea con una certa idea di valorizzazione e di promozione del patrimonio culturale e religioso, si può dire che lei è un precursore di questo tipo di iniziative e del concetto di “Archeologia viva”.
“25 anni addietro sono stato tra i fautori del concetto di “Archeologia viva” riuscendo a portare ai Fori Imperiali degli adattamenti teatrali, concepiti in collaborazione con rinomati archeologi ed esperti museali. Il leit motiv è sempre stato quello di compiere dei viaggi temporali attraverso delle trasposizioni storiche e artistiche in grado di
ambientare gli spettacoli in ruderi archeologici di grande suggestione e contribuire a rigenerare così luoghi storici attraverso il teatro.
Un’idea che negli anni si è sempre più diffusa e che ci ha visto protagonisti, insieme con Marco Scuotto e l’associaizone Extramoenia, di numerosi progetti, supportati dalle varie sovrintendenze dei capoluoghi italiani e dal Ministero dei Beni Culturali. E oggi ci porta a concludere l’anno delle celebrazioni in memoria di Dante Alighieri qui alla Badia di Sant’Agata, grazie al rettore padre Massimiliano Parisi, che in accordo con l’Arcidiocesi etnea, ha accolto favorevolmente l’idea di aprire questa chiesa meravigliosa ad iniziative che non siano soltanto sacre ma che possano essere fonte di ispirazione culturale e spirituale sia per l’anima che per la mente della gente”.
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27 Dicembre 2015, 16:07