29 Gennaio 2017, 06:00
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PALERMO – Lei sta provando, quantomeno, ad affrettare i tempi. A uscire fuori da quel cerchio che sta per chiudersi. Il cerchio magico di Crocetta, che svanirà con la fine di questa legislatura e l’addio a Palazzo d’Orleans del governatore gelese.
Lei, Nelli Scilabra si dice stanca. Lo confida a chi le sta più vicino. Spiega che non sopporta più le sovraesposizioni mediatiche e le tensioni della macchina regionale. Anche per questo, pochi giorni fa ha comunicato al governatore la propria decisione di rifiutare il ruolo di presidente del Fondo pensioni. Una designazione, quella di Crocetta, che a dire il vero aveva subito sollevato dei dubbi, anche all’interno del Palazzo, sui titoli in possesso dell’ex assessore alla Formazione. Fatto sta che Nelli Scilabra ha anticipato i tempi. Ha detto “no grazie”. E a qualcuno ha sussurrato che sarebbe anche pronta a rinunciare al ruolo attuale di segretaria particolare del presidente. Quel ruolo che la tiene ancora dentro la circonferenza di quel cerchio. Vorrebbe dedicarsi alla pratica per diventare avvocato, dicono. Il futuro sarà quello. Ma è difficile pensare davvero che rinunci alla politica. Si vedrà.
Ma il cuore del cerchio coincide da anni ormai, ovviamente, con la figura di Patrizia Monterosso. In questo caso, la “chiusura del cerchio”, per lei, dipende da diversi fattori. Il primo, quello che avrebbe conseguenze più nette, è legato alla sua decisione di scegliere il rito abbreviato nel processo che la vede imputata, insieme ad Anna Rosa Corsello (che ha scelto il rito ordinario), per un mega-peculato da 11 milioni di euro. Se l’abbreviato sarà breve davvero, insomma, l’esito del processo si potrebbe conoscere già prima dell’estate. In caso di condanna, avrebbe rivelato lo stesso Crocetta, non ci sarebbe molto da fare. A quel punto, Patrizia Monterosso per ragioni di natura politica, ma anche probabilmente a norma di legge, sarebbe costretta a lasciare la Segreteria generale. Se invece non arriverà una condanna, il suo futuro è legato alle elezioni. Crocetta, infatti, ha provato a garantire comunque un futuro al suo braccio destro, rinnovandole un contratto in scadenza nell’estate scorsa. Ma le leggi sullo spoil system, entrate in vigore anche in Sicilia, consentiranno a chi vincerà le prossime regionali, di sostituire, entro i primi mesi della nuova legislatura, i dirigenti apicali. Qualcuno ha già promesso: “Se vinciamo noi Patrizia Monterosso va a casa”, le parole del leader siciliano del Movimento cinque stelle Giancarlo Cancelleri.
Movimento che nel recente passato ha “flirtato” con un altro componente del cerchio magico di Crocetta. Sposando, ad esempio, alcune iniziative di Riscossione Sicilia, guidata ancora dall’avvocato catanese Antonio Fiumefreddo. Anche per lui il traguardo si avvicina, così come la possibilità concreta di lasciare una società che, però, lui stesso ultimamente, dopo averla difesa con forza e non senza polemiche, ha pensato di accompagnare verso la liquidazione. Cosa farà allora Fiumefreddo? Anche in questo caso, molto dipenderà dall’esito della campagna elettorale per le regionali. Ma lui, in questo senso, si è portato avanti col lavoro, annunciando la nascita di un movimento politico: “Cittadini comuni”. A cosa porterà questa mossa, oggi è difficile dirlo. Di sicuro c’è che nel frattempo Fiumefreddo continua la sua attività di avvocato e contemporaneamente ha assunto la direzione del giornale Tribupress.
Sui giornali, invece, è spesso (ma sempre meno spesso) Antonio Ingroia. Lo è stato a lungo, ad esempio, nei giorni caldi della campagna referendaria, dove ha fatto parte del variopinto fronte del “no”. In quei giorni, ecco anche la pubblicazione di un libro nel quale l’ex pm spiegava le ragioni per cui andava respinta la riforma costituzionale di Renzi. Difficile pensare però che il futuro di Ingroia possa essere nel mondo dell’editoria. Di sicuro anche lui, come Antonio Fiumefreddo, potrà proseguire la propria attività di avvocato. Ma oggi è difficile immaginare quale strada possa seguire l’ex vedette della Trattativa, per tornare sotto i riflettori. Sotto quella luce assai più fioca che in passato, che gli ha garantito Crocetta con un comodo incarico di sottogoverno in un carrozzone regionale. Intanto, la sua “Azione civile” è sempre in piedi, dicono. Chissà se dopo il flop della sua corsa a premier, Ingroia vorrà ritentare la strada della politica.
Nel frattempo, intanto, il cerchio magico dei fedelissimi del governatore è stato assai ridimensionato anche dalle inchieste giudiziarie. Quelle che hanno riguardato, ad esempio, i “preferiti” del presidente nel campo della Sanità: dall’ex primario Matteo Turino all’ex manager Giacomo Sampieri, passando per gli assessorati regionali dove la dirigente generale Anna Rosa Corsello è stata a capo, con Crocetta, di due dipartimenti-chiave. Se ne era andato presto, invece, il braccio destro della prima parte di legislatura, ossia l’avvocato di Castelbuono Stefano Polizzotto. E così, resta poco. Qualche “comprimario” (curriculum alla mano) del sottogoverno. Il cui destino è legato a quello del governatore. Col suo addio, anche per loro la festa sarà finita.
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29 Gennaio 2017, 06:00