13 Marzo 2013, 14:05
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CATANIA – “Convocherò subito gli studenti per individuare e risolvere i problemi della didattica”. Così Giacomo Pignataro ha esordito nel primo giorno da Rettore. Docente di Scienza delle Finanze al dipartimento di Economia e Impresa, 50 anni, nel giorno del suo insediamento nello studio del Palazzo Centrale, il professor Pignataro ha scelto di incontrare i giornalisti anche per ringraziarli per l’attenzione dedicata alle recenti elezioni universitarie, auspicando per il futuro un costante e costruttivo interesse dei media per le vicende dell’Ateneo catanese, al quale dedicherà i prossimi sei anni della sua vita.
La “chiamata alle armi”, come lui stesso l’ha definita, non vale però soltanto per gli studenti. Di buon mattino, il nuovo rettore aveva infatti inviato a tutta la comunità accademica un messaggio per annunciare la sua nomina e auspicare un lavoro «proficuo, comune e solidale» e un impegno da parte di tutte le componenti, finalizzato a «costruire e rafforzare il nostro Ateneo, la nostra casa comune, plurale e aperta alle sfide future». Un lavoro che sia «ispirato sempre a responsabilità e autonomia, merito e partecipazione, per consolidare unità e compattezza della nostra Università». «E’ il mio impegno più forte – ha aggiunto davanti ai microfoni -, un dovere: quello di assicurare la massima coesione di fronte a tutte le decisioni importanti che assumeremo nei prossimi anni». Insieme con gli studenti saranno perciò convocati e ascoltati tutti gli “attori” coinvolti nella vita dell’Ateneo, tra cui i componenti degli organi di governo e i direttori di dipartimento, per «effettuare una cernita dei problemi e delle priorità su cui intervenire, a partire dal corposo lavoro per l’accreditamento dei corsi di studio e dei dottorati».
La prima “circolare” del nuovo rettore si conclude con i ringraziamenti al predecessore, Antonino Recca «che, con le sue dimissioni, ha consentito di rendere più celere la transizione verso l’amministrazione da me guidata», al prorettore Maria Luisa Carnazza, «per l’impegno profuso nell’interesse dell’Ateneo», e al prof. Mario Marino, «per il rigore con il quale ha svolto le sue funzioni di decano». E, implicitamente, al Ministro Profumo, per la celerità con cui è stato emanato il decreto di nomina – «segno di grande attenzione verso il nostro Ateneo» -, che «consentirà, sin dai prossimi giorni l’avvio della nuova fase amministrativa e gestionale dell’Università di Catania».
Poi il fuoco di fila delle domande dei giornalisti, sui temi più ‘caldi’. Dal taglio delle risorse statali alla strategia per il decentramento delle sedi didattiche, dai percorsi per il rilancio della ricerca ai rapporti con la Regione siciliana, all’impegno categorico, laconicamente ma fermamente ribadito più volte, a «non aumentare le tasse per gli studenti», nonostante queste costituiscano una delle voci che più contribuisce a incrementare il sempre più ridotto finanziamento statale.
A causa dei 300 milioni di euro in meno per l’intero sistema universitario nazionale, infatti, «soltanto grazie all’apporto di risorse esterne – ha precisato il rettore Pignataro – nel 2013 riusciremo a garantire il pagamento degli stipendi». «Ma ciò che mi preoccupa, se non c’è un’inversione di tendenza nelle politiche nazionali – ha aggiunto – non è tanto la sopravvivenza delle strutture e degli apparati accademici, quanto il rischio di desertificazione sociale e culturale a cui andranno incontro il nostro Paese e il nostro territorio, se le giovani generazioni si vedranno sempre più negato l’accesso all’istruzione universitaria. E’ un’istanza di cui mi farò portavoce alla Conferenza dei rettori».
L’obiettivo primario è quindi, per il nuovo rettore, il posizionamento dell’Ateneo di Catania nel segmento superiore della graduatoria nazionale, attraverso la «leva strategica della progettazione scientifica e la costituzione, a tal fine, di masse critiche di risorse umane e strumentali», mantenendo saldamente i legami con le reti internazionali della ricerca e guardando ad un bacino più ampio rispetto al nostro territorio di riferimento, «a favore del quale comunque possiamo fornire un qualificato apporto, come ho già fatto presente al presidente della Regione Crocetta». Anche perché – ha sottolineato – «una buona valutazione di ricerca e didattica comporta immediate conseguenze positive in termini finanziari».
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13 Marzo 2013, 14:05