06 Agosto 2013, 10:41
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GIARRE. Si è conclusa con l’elezione di Francesco Longo alla presidenza del consiglio, la lunga e bollente seduta d’insediamento del civico consesso giarrese. Se qualcuno si aspettava un’atmosfera gioiosa da primo giorno di scuola, sarà rimasto deluso. Tra gli scranni dell’aula consiliare si è consumato, in un clima ancora da piena campagna elettorale, un vero e proprio “coup de theatre”. Il primo atto, per l’appunto l’elezione della più alta carica consiliare, è stato macchiato da un episodio destinato a far discutere a lungo. Al termine della votazione, nel corso della verifica delle schede già scrutinate, salta fuori l’inghippo. E’ Tania Spitaleri del Pd, presidente pro tempore, a segnalare l’assenza, in due delle venti schede, del timbro della segreteria e della propria firma. Al loro posto un semplice bollo comunale. Due consiglieri, nel segreto dell’urna, hanno sostituito le schede valide con altrettanti fogli non vidimati.
A quel punto scoppia il caos. La seduta viene sospesa, l’opposizione chiede di invalidare l’elezione e di procedere ad una nuova votazione. Ma gli interventi del segretario generale Aldo Motta e del suo predecessore Giovanni Tracia, oggi esperto del sindaco, mettono un punto fermo. Le due schede introdotte abusivamente nell’urna vanno considerate alla stregua di quelle nulle. L’elezione del presidente è quindi valida. Nel frattempo in Municipio giunge anche il comandante della locale stazione dei carabinieri, Rosario Torrisi, a cui viene segnalato l’episodio. Dopo lunghi tentennamenti Tania Spitaleri procede alla proclamazione del nuovo presidente del consiglio. Con 14 preferenze, tutta la maggioranza più i due voti di Città Viva, Francesco Longo del Pdl è il nuovo presidente del consiglio comunale giarrese. Medico chirurgo all’ospedale Sant’Isidoro di Giarre, Longo, 44 anni, conquista alla sua terza consiliatura lo scranno più alto del civico consesso. Il vice presidente è Angelo Turrisi, 38 anni, operatore sociale in quota “Giarre Futura”, vicina al deputato Nicola D’Agostino.
Ma il caso schede, nonostante l’esito finale, non può essere derubricato a incidente di percorso. L’episodio potrebbe essere segnalato nei prossimi giorni alla Procura della Repubblica di Catania. Un atto severamente condannato anche dal sindaco Roberto Bonaccorsi, al termine del suo giuramento.“Pensavo che oggi fosse una giornata di festa – ha dichiarato il primo cittadino – e invece ho dovuto chiedere pubblicamente scusa ai miei concittadini per quello che è successo in aula. Qualcuno ha cercato di inficiare il voto con una sorta di ricatto meschino nei confronti delle istituzioni perché il segnale è questo. Poi alla fine si è capito che quelle due schede andavano considerate nulle, procedendo con la proclamazione del presidente”.
La seduta consiliare, apertasi ieri poco dopo le 10, si è conclusa solo alle 14 e 30. E se questo è l’inizio, si preannuncia un clima di veleni.
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06 Agosto 2013, 10:41