Cronaca

Si muore anche di freddo, l’appello: “Servono coperte”

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25 Gennaio 2021, 15:18

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CATANIA – Anche a Catania è emergenza freddo. In città, nei “giorni della merla”, quelli di fine gennaio che la tradizione popolare vuole i più rigidi dell’anno, sono centinaia le persone senza casa che rischiano di morire di freddo. È l’allarme che lancia Emiliano Abramo, responsabile della Comunità di Sant’Egidio in Sicilia, che chiede azioni immediate. “Da domani inizia la vera e propria emergenza freddo – afferma Abramo. Anche a Catania. E inizia a mietere vittime in tutta Italia come evidenziato da Papa Francesco che, ieri, ha ricordato Edwin, il senzatetto morto di freddo a pochi passi da piazza San Pietro”

L’aumento dei senzatetto

Un aumento consistente, a Catania, quello della popolazione senza fissa dimora. “I numeri delle persone che vivono per strada sono saliti – conferma Abramo. Siamo a circa 250 persone, tra catanesi e stranieri. La maggior parte concentrata nella zona di Corso Sicilia e piazza della Repubblica, dove ogni tanto si solleva la polemica tra i residenti, una polemica inutile però, perché non ha senso prendersela con chi non ha una casa dove tornare. Ma con chi non fornisce alternative.

Dormitori pubblici assenti

La morte di Edwin spinge a fare alcune riflessioni, secondo Abramo. Che evidenzia la duplice natura della questione: umana e politica. “Da un lato è inimmaginabile che a Catania qualcuno possa rischiare di morire di freddo – prosedue – dall’altra, non riusciamo a trovare soluzioni valide, nonostante i numeri ancora abbastanza esigui seppur in crescita. Perché Catania, a livello comunale, non offre nulla per i senzatetto – incalza. Se non qualche luogo di accoglienza nato in collaborazione con alcuni anche associativi tra cui anche la Comunità di Sant’Egidio”. Ma questo on è sufficiente, sottolinea ancora Abramo. “Non c’è un progetto di edilizia sociale al riguardo e non si riesce a dare risposta in termini di case per i senzatetto, nonostante decine di migliaia di vani ancora sfitti”.

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Il Covid non aiuta

Una situazione che rischia di non trovare nella solidarietà la soluzione che, fino a oggi, ha permesso di intervenire, considerato la necessità di contenere la pandemia e le misure imposte dalla zona rossa. “Tutto ciò rischia di essere colto nel indifferenza, generale – afferma ancora Abramo. Il rischio è chi vive anche grazie allo sguardo affettuoso della solidarietà, venga condannato a restare al freddo”.

Le soluzioni possibili

Dai beni confiscati alla ricognizione di appartamenti sfitti. Sono solo alcune delle proposte lanciate da Emiliano Abramo per reperire luoghi da dedicare all’accoglienza dei senza fissa dimora. “Ci sono tante proposte che possono essere messe sul tavolo per l’immediato – dice: dall’utilizzo dei beni confiscati alla mafia, che io ho chiesto più e più volte all’attuale sindaco e anche al presidente dell’agenzia, di mettere a bando e affidare con questa finalità. Questo andrebbe fatto subito, almeno per garantire a anziani e malati un posto dove dormire”.

L’appello a donare coperte e maglioni

Intanto occorrono coperte e maglioni. Nei prossimi giorni, infatti, la temperatura potrebbe scendere parecchio nelle ore notturne. “Devono essere o nuovi o sterilizzati – sottolinea Abramo – per cia del coronavirus. Ma ne servono tanti e occorre fare subito la distribuzione. Da domani noi potenziaremo i nostri giri serali e faremo un turno in più. L’associazionismo risponde bene – conclude – quel che manca è un tetto”.

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25 Gennaio 2021, 15:18

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