10 Aprile 2009, 14:03
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A San Biagio Platani, in provincia di Agrigento, anche quest’anno si rinnova l’appuntamento con uno dei cerimoniali paquali più affascinanti d’Italia: gli “Archi” di Pasqua. Sculture mastodontiche fatte di pane, agrumi e aromi naturali. Frutti della terra. Risorta. Frutti di Dio. Frutti sorprendenti.
Il rito nasce dal culto della Madonna e di Cristo, e pone le sue radici nel ‘700, quando ancora il paese non contava mille abitanti. A questa tradizione si deve la nascita delle due confraternite, Madunnara e Signurara, che con tanta passione rinnovano di anno in anno questa meravigliosa manifestazione. Questa divisione del paese nelle due confraternite non da origine ad un antagonismo violento, ma ad una competizione vivacissima ed appassionante, che si conclude la notte di sabato, quando ciascuna confraternita allestisce la parte del corso che le compete. La preparazione, che inizia qualche mese prima della Pasqua, richiede una grande quantità di materiale, tutto rigorosamente concesso dalla natura. Quelli più largamente usati sono le canne, il salice, l’asparago, l’alloro, il rosmarino, i cereali, i datteri, e il pane, ognuno dei quali è ricco di un alto significato simbolico. La parte più importante è costituita dagli archi centrali, origine storica della manifestazione, sotto i quali la domenica mattina avviene l’incontro tra Gesù risorto e la Madonna. Di anno in anno, viene cambiata l’estetica del corso, mentre resta invariata la struttura architettonica, costituita dall’entrata, dal viale e dall’arco. L’entrata rappresenta la facciata di una chiesa, il viale la navata e l’arco, opposto all’entrata, l’abside della chiesa stessa.
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10 Aprile 2009, 14:03