PALERMO – In Sicilia 30 mila aziende artigiane, pari al 42,4 per cento del totale — affrontano quotidianamente pressioni derivanti da pratiche commerciali scorrette. A rivelarlo è il ventesimo rapporto annuale di Confartigianato Imprese, “Galassia impresa: l’espansione dell’universo produttivo italiano”.
Lo studio evidenzia come questo fenomeno si traduca in perdita anomala di clienti, necessità di ridurre i prezzi in maniera insostenibile, erosione dei margini e costi aggiuntivi per difendersi legalmente o proteggere il proprio marchio, rendendo difficile competere non per qualità del lavoro, ma per il mancato rispetto delle regole da parte di altri operatori.
Tra i settori maggiormente colpiti, rispetto ai dati nazionali, ci sono acconciatori ed estetisti, con il 96,02 per cento delle 8.684 aziende regolari che prendono decisioni strategiche influenzate dalla concorrenza sleale dovuta all’abusivismo. Seguono i riparatori di beni per uso personale e domestico (sarti, calzolai, restauratori, riparatori di biciclette e elettrodomestici), con il 95 per cento delle 1.819 aziende sotto pressione. Anche potatori e giardinieri registrano un impatto significativo, con l’81,3 per cento delle 362 aziende regolarmente registrate influenzate dalla concorrenza. I fotografi risentono di danni pari al 74,2 per cento.
Altri settori artigiani, più tradizionali e legati alla forza fisica, mostrano dati leggermente inferiori: traslocatori (49,42 per cento), tassisti (49,32 per cento), riparatori di automobili (45,2 per cento) e, poco sopra il 43 per cento, muratori, elettricisti, idraulici e pittori edili.
“Il rapporto – commenta il presidente regionale di Confartigianato, Emanuele Virzì – conferma quanto da tempo denunciamo: abusivismo e concorrenza sleale rappresentano una seria minaccia per la sostenibilità delle imprese artigiane siciliane. Per tutelare il lavoro regolare e la qualità dei servizi, sono necessari interventi mirati e concreti. Siamo come sempre disponibili ad attivare tavoli di confronto con le istituzioni e con il governo, per individuare misure adeguate a garantire un contesto favorevole allo sviluppo e alla crescita delle imprese artigiane sane e regolari”.

