20 Novembre 2018, 15:00
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PALERMO – Una Sicilia con una occupazione “stabile” e dove si vive una fase di “crescita moderata” che però non consente all’Isola di recuperare il gap economico con il resto del Paese. La fotografia è stata scattata dalla Banca d’Italia, che oggi ha presentato i dati sull’economia regionale aggiornati al primo semestre del 2018. “Nel complesso i ricavi delle imprese industriali e dei servizi privati non finanziari si sono espansi – si legge nel documento – in linea con quanto osservato nel 2017, e sono aumentate le esportazioni, anche al netto del comparto petrolifero”. Secondo Bankitalia, dunque, “le aspettative a breve termine” per l’economia della Sicilia “rimangono positive” ma questa “moderata crescita – ha ricordato Pietro Raffa, direttore della sede di Palermo di Bankitalia – non è in grado di colmare il gap strutturale che esiste tra l’economia dell’Isola e quella del resto d’Italia”.
L’Isola fa fatica anche sul fronte occupazione: “sostanzialmente stabile” nei primi sei mesi del 2018 rispetto allo stesso periodo del 2017, a fronte però di incrementi “più consistenti sia nella media nazionale sia nel Mezzogiorno”. In termini percentuali il tasso di occupazione per la popolazione tra 15 e 64 anni è al 40,6. In lieve crescita, invece, il tasso di disoccupazione, “per effetto di un aumento della partecipazione al mercato del lavoro”: il dato si attesta al 22,3 per cento, il doppio rispetto alla media nazionale. I dati parlano di una crescita dei lavoratori dipendenti, mentre diminuiscono gli autonomi. Anche per la voce occupazione, però, resta lunga la strada del recupero dei livelli precrisi: il numero degli occupati resta comunque inferiore di circa centomila unità rispetto al 2008. Positivi i numeri dell’occupazione nei settori dell’agricoltura e dell’industria, mentre calano gli occupati nell’edilizia e nel terziario.
Male, secondo Bankitalia, il settore edile che nell’Isola resta in condizioni “sfavorevoli”. Nel primo semestre del 2018 le ore lavorate denunciate alle casse edili provinciali si sono ridotte del 10,6 per cento. Il calo del settore ha interessato tutto il territorio regionale ed è stato “più intenso” per la componente del lavori pubblici che è calata del 18,9 per cento. “Continua il ciclo economico negativo del settore edile – ha sottolineato ancora Raffa – nonostante si proseguito l’incremento delle compravendite residenziali”.
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20 Novembre 2018, 15:00