Cronaca

Sicilia batteria d’Europa: Piana di Catania, maxi impianto fotovoltaico

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30 Aprile 2024, 05:01

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CATANIA – Un parco fotovoltaico che occuperà una superficie di oltre 172mila metri quadrati. L’equivalente, per usare il solito riferimento, di 24 campi da calcio uno accanto all’altro. È il progetto di Big fish srl, gruppo Renantis, che sta per vedere la luce tra Catania, Motta Sant’Anastasia e Lentini.

L’immagine è sempre la stessa: Sicilia batteria d’Europa, approfittando dei vasti appezzamenti di terreni agricoli subito fuori dalle città. Così, nella Piana di Catania, sarà realizzato “un impianto di generazione fotovoltaica” capace di creare 227 megawatt nelle giornate di picco.

Dove nascerà il maxi-impianto

Da progetto, il grande parco fotovoltaico si troverà “a poca distanza dalla città di Catania e dalla linea di costa sul mare Jonio“. Un’area “compresa tra la foce del fiume Simeto e l’aeroporto di Sigonella“. In altri termini: l’area più a Sud della zona indutriale del capoluogo etneo.

È lì che Renantis, tramite Big fish, ha scelto di concentrare le energie per la costruzione di un grande parco fotovoltaico. Attualmente, secondo le informazioni diffuse dalla stessa azienda milanese, la società gestisce in totale 1.430 megawatt di energia, impianti di Regno Unito, Stati Uniti, Spagna, Francia, Norvegia, Svezia e Italia, naturalmente.

L’investimento tra Catania e Siracusa, quindi, sarà in grado di fare, da solo, un sesto di quanto attualmente gli altri parchi fotovoltaici riescano a fare in sei diversi Paesi del mondo e una capacità di accumulo pari a 20 megawatt. La Sicilia è una batteria di tutto rispetto.

L’iter dell’autorizzazione

L’iter di autorizzazione del progetto è lungo e, come spesso accade, passa anche attraverso il Tribunale amministrativo regionale. Big fish srl aveva presentato alla Regione Siciliana la sua richiesta di Paur (Provvedimento autorizzatorio unico regionale) già nel 2019.

All’inizio del 2020 la pratica viene trasferita alla Cts, la commissione tecnico specialistica che si occupa di valutare la compatibilità e la regolarità dei progetti presentati. Il primo parere della Cts arriva nel 2021 ed è quello intermedio. Nel 2023 arriva quello definitivo. Per i tecnici è un sì, subordinato a un elenco di 19 condizioni.

Le condizioni della Cts

Tra queste, c’è anche la sicurezza che alcune delle attività rispettino il contesto naturale in cui il parco nascerà. Per esempio, si legge nel parere della commissione, sarà necessario estirpare 226 piante di ulivo. Che andranno però reimpiantate secondo un progetto chiaro.

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Sarà necessario, inoltre, che i pannelli installati abbiano un “basso indice di riflettanza, al fine di ridurre il cosiddetto «effetto-acqua» o «effetto-lago», che potrebbe confondere l’avifauna”. Ci sarà poi da fare attenzione agli alberi che saranno messi a dimora nell’ottica di un parco agrofotovoltaico: aranci, ulivi, melograni. E poi si vedrà cos’altro.

Nonostante l’ok degli esperti, l’autorizzazione non arriva. La società fa una serie di solleciti all’assessorato regionale al Territorio e ambiente, poi si rivolge direttamente al Tar di Catania, lamentando il silenzio degli uffici di Palermo.

La sentenza del Tar

Per i giudici amministrativi, hanno ragione i privati. Si sarebbe creata, infatti, una “situazione di illegittima inerzia dell’Amministrazione regionale resistente che, nonostante l’ampio lasso temporale trascorso dalla presentazione dell’istanza da parte della società ricorrente – si legge nella sentenza – non ha ancora concluso il procedimento in questione”.

Condannata a pagare le spese legali, la Regione risponde facilmente: mentre il Tar si esprimeva, noi davamo l’autorizzazione. È vero. Il progetto, quindi, si sblocca.

I milioni per il Comune di Catania

Pochi giorni fa, un altro passaggio verso l’installazione di questa pianura fotovoltaica: l’approvazione della proposta di convenzione che legherà la società Big Fish con il Comune di Catania. Ogni tre anni, per i prossimi trent’anni, la società Big fish pagherà 1.450.000 euro a Palazzo degli elefanti.

In qualche caso, l’importo potrebbe essere convertito in opere di efficientamento energetico per la pubblica amministrazione o di miglioramento ambientale in favore della cittadinanza. Se questo non dovesse essere richiesto, sarà creato un fondo destinato alle cosiddette “misure compensative“.

L’altro progetto in Sicilia

Il 21 dicembre 2023 è entrato in funzione il fratello minore di questo impianto: a Scicli, in provincia di Ragusa, in contrada Landolina. L’annuncio dato alla stampa parlava del raggiungimento dell’aggiunta di “9,7 megawatt di nuova capacità solare in Italia” e di una produzione di “circa 20 gigawatt/ora di energia rinnovabile all’anno, equivalente al fabbisogno di oltre cinquemila famiglie“. 

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30 Aprile 2024, 05:01

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