28 Maggio 2022, 12:41
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CATANIA – In una Piazza Vincenzo Bellini assolata, a pochi passi dalla sede catanese della nuova Dc di Totò Cuffaro, l’ex presidente della Camera Laura Boldrini e il presidente della commissione antimafia regionale Claudio Fava scambiano quattro chiacchiere con i giornalisti.
Una discussione informale davanti a una granita, un’occasione per la deputata del Pd per rinnovare l’endorsement a Fava per la corsa alla presidenza della Regione. Del resto, la firma di Boldrini era in calce all’appello a sostegno della candidatura del deputato regionale catanese. “Era difficile non firmare l’appello a sostegno di Claudio Fava, soprattutto se uno conosce Fava. E io lo conosco da anni. E da anni apprezzo il suo lavoro, un lavoro che declina il pensiero con le esigenze delle persone, con la capacità politica di tradurre tutto questo in atti parlamentari”, dice Boldrini.
“Qui in Regione Claudio ha fatto opposizione in modo molto efficace oltre ad aver guidato eccezionalmente la commissione antimafia regionale”, continua. E lancia una bordata al centrodestra siciliano. “In un momento in cui sentiamo ritornare in voga nomi che ci inquietano e che pensavamo appartenere al passato, nomi che non fanno onore a questa terra, io dico che occorre proprio andare dall’altra parte. La parte opposta, la più opposta possibile”, argomenta l’ex presidente della Camera. “Quella di Claudio Fava. E quindi mi è sembrato giusto sostenere una candidatura libera, di un uomo legatissimo a questa terra, che conosce i problemi e che si batte per una prospettiva altra rispetto a quella che alcuni, come Lagalla, offrono”, insiste.
Fava annuisce e non si sbottona troppo, attende le primarie di coalizione. Nelle stesse ore il Pd siciliano ha riunito a Palermo la direzione regionale per discutere della linea da tenere in merito alle consultazioni popolari che incoroneranno il candidato della truppa giallorossa alla corsa per Palazzo D’Orleans. Inevitabile la domanda diretta a Boldrini, esponente del Pd ma sostenitrice di Fava. “Spero sia una strada che possa trovare sostenitori tra i dem”, dice e rinnova la propria scelta. “Mi sono iscritta al Pd perché è il partito progressista più forte in grado di arginare la destra più pericolosa di sempre”, spiega e si augura che, al netto delle divisioni, le primarie siciliane possano diventare un “laboratorio nazionale” in vista dell’appuntamento decisivo del 2023 con le elezioni politiche.
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28 Maggio 2022, 12:41