31 Dicembre 2015, 15:30
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PALERMO – Un anno intenso, trascorso in maniera tutt’altro che banale. Nessuna delle nove province dell’Isola esclusa da avvenimenti, talvolta anche drammatici e luttuosi, che hanno contribuito a caricare di significati il 2015. Vittorie esaltanti, sconfitte cocenti, scandali, vittime illustri a comporre un mosaico su cui è disegnata la cartina di una Sicilia che non smette di raccontare e di raccontarsi, anche attraverso le infinite sfumature dell’agonismo.
Nel calcio, due icone come Beppe Iachini a Palermo e Roberto Boscaglia a Trapani sono uscite di scena lasciando il destino delle squadre guidate per anni nelle mani di altri protagonisti. Mentre ad Agrigento si è festeggiato un ritorno tra i professionisti atteso da trent’anni (nove in meno, tenendo conto dell’oramai scomparsa Serie C2), su cui adesso soffia il vento gelido di una situazione societaria da chiarire. Siracusa ha ritrovato il sorriso: dopo il ripescaggio dell’Ortigia nell’A1 maschile di pallanuoto, la città aretusea si è riproposta da protagonista anche sul proscenio della D, vissuto come un inferno da Messina, in extremis riammessa in Lega Pro dopo un’estate vissuta tra un complicato avvicendamento al vertice, sentenze e ricorsi.
Capitolo a parte merita Catania, tradita da chi in precedenza ne aveva esaltato il valore di palcoscenico nazionale anche ad alti livelli. L’inchiesta “I treni del gol” è una ferita che sanguina ancora e di cui l’impalcatura sportiva del capoluogo etneo continua a subire le conseguenze, con una squadra un tempo fiore all’occhiello e adesso costretta a lottare per uscire dai bassifondi dell’ultimo campionato professionistico, non potendosi permettere il lusso di trascurare il peso di penalizzazioni già arrivate e di altre che incombono. Dopo due anni non certo scevri di amarezze, il 2016 deve necessariamente rappresentare il punto di rottura con il passato.
È stato anche l’anno delle imprese. Come quella della palermitana d’adozione Roberta Vinci, capace di estromettere dagli US Open la regina del tennis mondiale Serena Williams per prendere posto nella finale tutta italiana con Flavia Pennetta, nell’anno in cui Caltanissetta si conferma polo di riferimento regionale con il torneo ATP Challenger assegnato all’astro nascente svedese Elias Ymer. Senza dimenticare le emozioni regalate, nel basket, da Fortitudo Agrigento, outsider giunta a un soffio dalla promozione in Serie A maschile, e Virtus Eirene Ragusa, a una spanna dallo scudetto femminile vinto da Schio. Il tutto, mentre a Pergusa si affermano marchi importanti come Seat e Bmw, ribadendo l’importanza dello storico autodromo ennese.
Al 2015 si può e si deve imputare il torto di aver strappato all’affetto dei loro cari due atlete che dell’amore per lo sport avevano fatto una ragione di vita: Annarita Sidoti e Carmela Primavera. La marciatrice fu colonna siciliana dell’atletica azzurra, campionessa europea nel 1990 e nel 1998 con in mezzo il trionfo al Mondiale di Atene conquistato appena un anno prima del bis continentale. La pallavolista recitò un ruolo da protagonista nel miracolo dell’Aurora Giarratana negli anni ’80. Storie di sport destinate a rimanere, in attesa di viverne e raccontarne altre. Magari a cominciare da domani.
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31 Dicembre 2015, 15:30