10 Ottobre 2024, 10:40
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PALERMO – In Sicilia i parametri del costo dell’energia per i Comuni sono 11 volte superiori rispetto a quelli della Lombardia nel mercato di ‘salvaguardia’.
Non solo siccità, autobotti e costi esorbitanti per lo smaltimento dei rifiuti. I Comuni sono in ginocchio anche per le bollette: ben 130 enti sono in dissesto, a rischio i servizi essenziali.
L’Anci Sicilia, presieduto a Paolo Amenta lancia oggi un nuovo fronte di battaglia contro gli aumenti e, soprattutto, contro il nuovo incubo degli amministratori: il cosidetto parametro “Omega”. L’intervista
Non solo siccità e rifiuti, i Comuni sono in ginocchio anche per le bollette elettriche. Cosa sta accadendo?
“Ogni biennio il ministero dell’Economia fa una gara per assegnare la gestione del mercato libero, che si basa su due tronconi: il prezzo unico nazionale e il mercato di salvaguardia”.
Il prezzo unico nazionale vale per tutti, chi sono i clienti del mercato di salvaguardia?
“I morosi, i Comuni siciliani per esempio, 130 sono in dissesto. Quindi i Comuni transitano dal mercato libero a quello di salvaguardia quando diventano inadempienti. L’ultimo biennio è stato gestito dall’Enel, sia il mercato libero col prezzo Consip che quello di salvaguardia”.
Cosa accade ai Comuni che finiscono nel “mercato di salvaguardia”?
“Il mercato di salvaguardia viene gestito attraverso un aumento, chiamato parametro Omega, che in Sicilia ha comportato più del raddoppio del costo dell’energia.
Facciamo qualche esempio
“In Lombardia il parametro è pari a 17 euro a megawattora. In Sicilia si arriva a 202 euro a megawattora. Significa che i Comuni pagano molto di più l’energia per assicurare ai cittadini e alle imprese i servizi essenziali.
Cosa ha comportato questo aumento?
“Sono lievitati i parametri di energia, per la depurazione delle acque, arrivando a pagare più del triplo degli altri Comuni. Con la Sicilia che subisce un importo di parametro più grande di 11 volte rispetto alla Lombardia”.
Cosa avete fatto come Anci?
“Da subito abbiamo provato a interloquire con Arera e abbiamo fatto uno studio. Ci è stato risposto che si applicano le regole stabilite dalla politica. Il responsabile è il ministero dell’Economia, ho dialogato la gestione del sistema economico finanziario dei Comuni. Abbiamo anche incaricato un pool di legali che ha provato a porre delle condizioni”.
I Comuni sono in ginocchio, adesso cosa temete?
“A fine ottobre sarà fatta un’altra gara, abbiamo chiesto di mettere un tetto al parametro che comporta questi numeri catastrofici. La risposta è stata negativa. Stiamo provando un’azione legale provando anche a capire se ci sia qualcuno in posizione dominante”.
Ma il problema resta sempre il prezzo…
“Abbiamo richiesto di mettere un tetto al parametro “omega”, che cambia di regione in regione. Resta esorbitante, nel momento in cui ci fu l’aumento dell’energia nel 2022 arrivò a 70 centesimi al kwh.
E se il dialogo con Arera non dovesse funzionare?
“Bruciate le tappe del dialogo con Arera attraverso strumenti normativi si passerà alle azioni legali. Giovedì faremo una conferenza stampa per spiegare qual è la strada che stiamo intraprendendo”.
La politica che risposte vi ha dato?
“Nessuna, io ho coinvolto tutti, assemblea regionale, parlamentari nazionali. Nessuno ha voluto mai prendere in mano questa questione”.
Con l’autonomia differenziata cosa cambierà?
“Niente, nulla, perchè la gestione dell’energia è nelle mani del ministero. I siciliani sono in autonomia e dovremmo prendere noi in mano la produzione di energia e la distribuzione”.
E i livelli essenziali delle prestazioni?
“Devono essere garantiti dai finanziamenti o dalla capacità di un territorio. E questo non può accadere se l’utilizzo dell’energia viene massacrato da questi parametri, che a Roma mettono per la gestione dell’energia”.
Le prossime mosse?
“Faremo un’azione legale con il pool che abbiamo individuato e sarà indirizzata al parametro della prossima gara. Se utilizzeranno gli stessi della gara precedente faremo ricorso. I Comuni vanno in dissesto per gli eccessivi costi dell’energia, oltre alla crisi idrica, quella dei rifiuti, c’è quella elettrica. Sarà fatta una forte azione legale e cercheremo di capire se chi gestisce il mercato non debba essere la stessa impresa, cioè Enel, come avvenuto nei due anni precedenti”.
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10 Ottobre 2024, 10:40