Nullatenenti e furbetti, i danni erariali in Sicilia li pagano in pochi

Nullatenenti e furbetti, i danni erariali in Sicilia li pagano in pochi

Condanne per milioni di euro, ma sono state recuperate le briciole

PALERMO – Tra nullatenenti e furbetti con l’aiutino il problema si fa serio. La Corte dei Conti fatica a recuperare il maltolto da coloro che sono stati condannati per danno erariale. Il problema, non nuovo e rilanciato stamani dal Giornale di Sicilia, è tornato di attualità grazie alla recente inaugurazione dell’anno giudiziario.

Il procuratore regionale Gianluca Albo la ha messo per iscritto nella relazione con cui ha chiuso la sua esperienza siciliana. È fresco di nomina in Trentino Alto Adige.

Le truffe in agricoltura

La voragine maggiore si registra per colpa delle truffe ai danni dell’Agea, l’Agenzia per le
erogazioni in agricoltura. Imprenditori, per lo più sedicenti, hanno ottenuto soldi a palate per ammodernare le aziende e costruire infrastrutture, ma hanno riempito solo ed esclusivamente il proprio portafogli.

Dal 2008 ad oggi la Corte dei Conti ha emesso sentenze di condanna per 33.644.946 euro, di cui ha raccolto solo le briciole: 433.476 euro. E dire che sono state messe in esecuzioni 295 sentenze di condanna.

Negli ultimi cinque anni sono stai recuperati 12 milioni e mezzo di euro in totale (Agea e non). Ancora una volta si tratta di una piccola somma, visto che nel solo 2021 sono state emesse 65 condanne per un valore di 7,8 milioni.

Impossibile (o quasi) recuperare le somme

Nel 2021 sono state approvate 12 procedure di rateizzazione (i debiti possono anche essere pagati un tanto al mese), ma ci sono state 77 archiviazioni. E cioè le pratiche sono state chiuse perché è avvenuta la restituzione dei soldi, ma anche per “sopravvenuta impossibilità di recupero”. Si può, infatti, verificare verificata la morte del convenuto, oppure il trascorrere del tempo ha mandato in prescrizione il danno erariale.

Nel momento in cui viene accertato il danno spetta alle amministrazioni di appartenenza darsi da fare per recuperare le somme. Il punto è si sono attivati quelli che Albo definisce “resistenze culturali e consolidati meccanismi di protezione del collega che ha sbagliato”.

I furbetti con l’aiutino dei colleghi

Nel febbraio di due anni fa la Procura contabile ha girato una nota a tutte le amministrazioni dell’Isola, ricordando gli obblighi legali a carico delle stesse. “In Sicilia non è più consentita la deresponsabilizzazione amministrativa annidata negli anni passati in mere trasmissioni atti o segnalazioni affidate a frasi di stile – spiega Albo – oggi ogni denuncia di danno erariale inidonea viene restituita all’amministrazione denunciante, richiedendo la dovuta specificità e completezza”.

Come dire: si indaga su coloro che hanno fatto finta di non vedere. Alla fine il conto, salatissimo, potrebbero pagarlo i responsabili “distratti” degli enti danneggiati.


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