26 Ottobre 2021, 13:24
3 min di lettura
Cala il sipario sulle amministrative, restano gli interrogativi. I risultati della tornata dei ballottaggi imporrebbero alle forze politiche un momento di riflessione in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. Nel centrodestra molte bocche rimangono cucite, ci pensa il deputato autonomista Roberto Di Mauro a rompere il ghiaccio. L’onorevole (forte del risultato di Canicattì e della performance regionale dei lombardiani) rinnova la lealtà nei confronti del governatore Musumeci, ma chiede un cambio di passo: l’idea di fondo è quella di non farsi trovare impreparati.
La sua analisi parte dai risultati incassati nella sua zona: l’agrigentino. “Registro che a Porto Empedocle le liste raggiungono il 95%, non c’è la lista del Pd ma solo quella del M5S che è intorno al 5%, e che a Favara, anche se vince il candidato sindaco del centrosinistra, le liste di centrodestra raggiungono l’85%: vuol dire che è mancato all’appello il senso della coalizione, il senso dello stare insieme”, mette nero su bianco Di Mauro. “Se vogliamo vincere le prossime regionali il senso della coalizione deve esserci, vanno considerate le scadenze elettorali imminenti: Palermo, Messina (se De Luca dovesse dimettersi) e Catania (qui si attende la sentenza della Corte Costituzionale e della eventuale applicazione della Severino, non so cosa accadrà ma in caso di parere negativo non so se Pogliese resiste davanti a una sospensione di 18 mesi)”, spiega l’autonomista. E allora bisogna correre ai ripari. “Se non vogliamo ricreare la situazione che abbiamo visto ai ballottaggi, un centrodestra con liste forti ma la vittoria di un candidato sindaco spurio, dobbiamo guardarci attorno e dare vita a un minimo di organizzazione di natura politica”, insiste. Di Mauro lancia un appello (l’ennesimo) a Musumeci.
“Considerando che a seguire si voterà alle regionali, serve un tavolo affinchè le forze del centrodestra facciano un ragionamento per individuare le personalità più adeguate per guidare le citta al voto: ormai siamo in emergenza, serve un tavolo politico”, dice. Poi bacchetta il presidente che ieri aveva commentato di sfuggita l’esito del voto liquidando tutto con poche battute (“Non mi occupo di risultati elettorali nella misura in cui sono preso da altre cose che ritengo molto prioritarie. Il centrodestra, mi auguro che non sia soltanto un luogo della geografia politica ma sia anche un sentimento diffuso e non mi pare che in questo momento lo sia del tutto”).
“Non è vero, esiste il sentimento diffuso del centrodestra”, sbotta Di Mauro. “Gli porto i dati delle liste autonomiste, dell’Udc e di Forza Italia, si registra in qualche partito regionale un dato inferiore a quello delle aspettative ma quello che manca è il dato politico”, continua. “E non basta dire non commento i dati politici. Il dato è che manca la regia. Musumeci deve dedicarsi a costruire il percorso e se non lo farà lui è chiaro che faremo in modo che Miccichè abituato a fare il regista dal 1994 in poi sarà costretto a farlo ancora”, dice. “Noi siamo leali a Musumeci, ma vorremmo che da parte sua ci fosse nei confronti delle nostre realtà comunali la stessa sensibilità e attenzione che noi prestiamo al suo governo”, chiarisce Di Mauro.
Pubblicato il
26 Ottobre 2021, 13:24