22 Ottobre 2018, 13:04
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PALERMO – Nel giorno in cui Sicilia e Lombardia firmano la convenzione per la creazione dell’Azienda regionale per l’emergenza e l’urgenza della Sicilia (Areus), ecco l’annuncio tanto atteso dai lavoratori della società partecipata della Regione: “Seus non sarà messa in liquidazione”. A dirlo è direttamente il presidente della Regione Nello Musumeci. “Nessuno perderà il posto di lavoro – ha aggiunto l’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza – ma si creerà un meccanismo di ascensore e di travaso per i lavoratori. Considerando che sono tutti assunti con un unico profilo, autisti soccorritori, e che presto la maggior parte dei lavoratori avrà circa 60 anni, è importante trovare un sistema per ricollocarli con funzioni e mansioni che siano sostenibili anche in futuro”.
Oggi a Palazzo d’Orleans il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana hanno siglato l’intesa per portare nell’Isola il modello lombardo di gestione dell’emergenza d’urgenza. L’accordo, che è stato firmato alla presenza degli assessori alla Sanità delle due Regioni, Giulio Gallera e Ruggero Razza, durerà due anni con possibilità di estensione e riguardano l’ambito sanitario e tecnico, per la riorganizzazione del sistema dell’emergenza-urgenza in Sicilia, sul modello dell’Areu lombarda. “La collaborazione tra istituzioni – ha detto Musumeci incontrando i giornalisti nella Sala delle Colonne – è doverosa quando si tratta di migliorare e potenziare l’efficienza dei servizi ai cittadini, poi se si tratta di sanità la questione diventa ancora più importante. In materia di emergenza sanitaria la Lombardia è leader nel Paese, per questa ragione abbiamo avviato la collaborazione con il presidente Fontana”. “Esportiamo qualcosa che sappiamo fare bene – ha detto Fontana -. Sono molto contento di mettere a disposizione della Sicilia un servizio in cui abbiamo conquistato una best practice, un sistema che anche economicamente è sostenibile. Ritengo che sia giusto che le istituzioni collaborino quando si tratta di esportare modelli che funzionano”.
La firma dell’accordo arriva pochi giorni dopo la nomina dei nuovi vertici della Seus: Davide Croce, direttore del Centro di ricerca in management sanitaria dell’Università Carlo Cattaneo di Milano sarà presidente, Pietro Marchetta e Tania Pontremoli sono componenti del Consiglio di amministrazione.
“L’accordo – ha spiegato Musumeci – punta alla modernizzazione e definizione delle modalità di funzionamento nel settore dell’emergenza e dell’urgenza, alla riorganizzazione del servizio 118, al potenziamento del servizio dell’elisoccorso, con un piano straordinario di realizzazione di elipiste sull’isola. Inoltre, grazie alla collaborazione con l’Assessorato alla Formazione guidato da Roberto Lagalla, ci occuperemo anche della formazione e riqualificazione del personale. Soggetto attuatore di questo piano sarà l’Areu, attraverso la figura del direttore generale”.
Nei giorni successivi all’annuncio dell’intesa, tra i lavoratori della società partecipata Seus era serpeggiata la preoccupazione perché ci si domandava come sarebbe stato possibile mantenere il posto di lavoro nel passaggio da una società regolata dal diritto privato ad una azienda pubblica. Oggi la risposta che ha permesso di tirare un sospiro di sollievo, almeno in attesa dei futuri sviluppi: “Seus non sarà messa in liquidazione, ma andrà ad esaurimento. E per i lavoratori creeremo percorsi di crescita professionale. Ovviamente – ha precisato Razza – sul tema ci confronteremo con i sindacati”. L’assessore ha annunciato che già dalla prossima settimana organizzerà incontri con i rappresentanti dei lavoratori. Mentre mercoledì sarà in Commissione Sanità all’Ars per illustrare il piano.
Proprio da alcuni deputati della sesta commissione, in particolare dagli esponenti del M5s, sono arrivate delle critiche per quello che hanno definito “un nuovo poltronificio”, per via della creazione sostanzialmente di una nuova azienda e di governance allargate. “Non vedo come sia possibile pensare – replica Razza – che un’azienda che produce 114 milioni di euro di fatturato e che ha tremila lavoratori possa essere gestita come un negozio. Trovo la polemica pretestuosa e ridicola”.
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22 Ottobre 2018, 13:04