Il caso Sicilia e-Servizi | I privati staccano la spina

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15 Giugno 2015, 12:40

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PALERMO – Sedici ore di blackout informatico della Regione siciliana, con il sito elettorale oscurato nel giorno dei risultati dei ballottaggi comunali, il centro di prenotazione di esami e visite negli ospedali in tilt, il rischio che anche il servizio del 118 da un momento all’altro potesse collassare. Tutto per un contenzioso tra la Regione e un ex socio privato che continua a gestire il server, in Valle d’Aosta, che consente le operazioni informatiche pubbliche, compreso il pagamento degli stipendi a 16mila dipendenti regionali.

Il panico è cessato solo nel primo pomeriggio, quando chi controlla il server ha deciso di riattaccare la spina dopo aver ricevuto la nota con cui il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha convocato un incontro urgente, domani nella Presidenza della Regione. Insomma, una tregua. Ma il rischio blackout rimane alto. I privati, gli ex soci Engineering e Accenture, hanno staccato i collegamenti poco prima di mezzanotte, alla scadenza dell’ultimatum dato alla Regione per pagare i suoi debiti, quantificati in circa 100mln di euro. A spiegare quanto accaduto è l’ex pm Antonio Ingroia, amministratore unico di Sicilia e-Servizi, la società diventata a totale partecipazione della Regione dopo l’uscita dei privati.

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“Lo scorso aprile le parti avevano trovato un accordo sul pagamento del servizio che i privati continuano in parte a gestire, dopo aver ceduto la loro quota in Sicilia e-Servizi, mantenendo il controllo del server – riferisce Ingroia – Secondo i privati la Regione non avrebbe rispettato quell’accordo e così hanno staccato la spina”. Per Ingroia tuttavia “il distacco dei server per far saltare il sistema informatico dei siciliani è un atto di forza inaccettabile e irresponsabile”.

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15 Giugno 2015, 12:40

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