Le assunzioni a Sicilia e-Servizi| Indaga la Corte dei Conti - Live Sicilia

Le assunzioni a Sicilia e-Servizi| Indaga la Corte dei Conti

I pm contabili vogliono fare luce sui contratti agli ex lavoratori Sisev, assorbiti nella società partecipata in liquidazione e completamente pubblica. L'ex pm: "Sono sereno. Abbiamo rispettato la legge e rispettato un parere dell'Avvocatura dello Stato. Un paradosso che uno come me sia sottoposto a verifica? Era successo già in passato...".

PALERMO – “Sono sereno, del resto in passato ero già finito sotto ‘verifica’. Penso ai casi in cui fui denunciato da Dell’Utri, Berlusconi o addirittura Provenzano”. Antonio Ingroia ostenta tranquillità. Ma quelle assunzioni, a quanto pare, meritano quantomeno un approfondimento.

Così, la Procura della Corte dei Conti ha richiesto la documentazione riguardante i contratti a tempo determinato con i quali la società Sicilia e-Servizi ha “assorbito” i 76 lavoratori provenienti dalla Sisev. Dipendenti finiti nuovamente, e di recente, nell’occhio del ciclone per le presunte amicizie e parentele “discutibili”. Tra loro ci sarebbero persone indagate, parenti di politici e burocrati, e anche di mafiosi, come il genero di Stefano Bontade, ucciso nella guerra di mafia a Palermo nel 1981.

Ma la Procura contabile sembra interessata ad altro. In particolare ha richiesto anche la delibera di giunta con la quale si è dato mandato al commissario liquidatore (di una società che non verrà più liquidata) di operare quelle assunzioni. Effettuate, appunto, da una società ancora formalmente “in scioglimento”.

Ma i pm contabili sembra vogliano verificare, stando alle prime indiscrezioni, se quei contratti abbiano violato le norme vigenti in Sicilia. In effetti, il governo, socio unico della Partecipata, ha deciso di assumere i 76 lavoratori nonostante nell’Isola sia ancora vigente il blocco delle assunzioni, voluto dall’ex governatore Raffaele Lombardo.

“Noi abbiamo mantenuto al lavoro quelle persone – ha spiegato Ingroia nei giorni caldi della polemica – per evitare uno stop gravissimo del sistema informatico della Regione. Quei lavoratori sono gli unici in grado di utilizzare i software”. E in effetti, la Procura contabile probabilmente vorrà fare luce anche su questo. Sulla effettiva “formazione” dei dipendenti Sisev, che – stando alla convenzione sottoscritta nel 2005 – sarebbero dovuti passare alla Regione, dopo un periodo, appunto, di formazione. Il cosiddetto “trasferimento del know how”. Che è avvenuto, ma in maniera traumatica. I soci privati che detenevano il 49% di Sicilia e-Servizi (Accenture ed Engineering), scaduta la convenzione, hanno messo alla porta i “loro” dipendenti. “Raccolti” dalla Sicilia e-Servizi diventata, nel frattempo, interamente pubblica.

“Prendo atto – commenta oggi Ingroia – della richiesta di approfondimento della Procura della Corte dei Conti. Ma noi abbiamo fatto rispettare le regole, garantendo, per di più, la prosecuzione di un pubblico servizio e senza sperpero di denaro”. Ma la prosecuzione di quel pubblico servizio potrebbe essere passata attraverso una violazione, appunto, del blocco delle assunzioni. Che il governo ha cercato di “attenuare” con una norma in Finanziaria bocciata dal Commissario dello Stato. Una mini-sanatoria, cassata da Aronica. “Ma la nostra scelta di assumere i dipendenti – ha precisato Ingroia – è arrivata dopo la richiesta di un parere legale all’Avvocatura distrettuale dello Stato, che ci ha spiegato la legittimità di quella decisione, in quanto quei lavoratori sono stati selezionati attraverso un bando pubblico che prevedeva proprio il transito alla Regione”. Un parere richiamato proprio dalla delibera finita al vaglio della Procura della Corte dei Conti.

Anche per questo motivo, il commissario liquidatore ha annunciato la costituzione di una commissione che dovrà valutare l’effettiva formazione dei lavoratori. Che, prima di essere effettivamente assorbiti, dovranno affrontare un “periodo di prova” di quattro mesi.

Ma certamente, al di là degli aspetti “tecnici”, adesso al vaglio della Procura contabile, a stridere è il paradosso di un ex Pm come Antonio Ingroia giunto alla guida della società proprio col compito di fare emergere illegittimità e sprechi e finito pochi mesi dopo il proprio insediamento “sotto verifica” da parte di altri organi inquirenti.

“Sono assolutamente sereno – replica però il commissario – e fin da ora garantisco la massima disponibilità ai pm contabili, che hanno tutto il diritto di approfondire una vicenda certamente complessa e delicata. Ma non è un paradosso il fatto che io riceva le attenzioni di un organo inquirente: era già successo in passato, a pensarci bene. Quando a denunciarmi furono personaggi come Marcello Dell’Utri, Silvio Berlusconi o persino Bernardo Provenzano”. L’ex pm sarà scomodo, quindi. Ma adesso i pm contabili hanno deciso di fare piena luce su quelle assunzioni, decise nei giorni in cui la Sicilia brucia.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI