29 Ottobre 2014, 19:48
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PALERMO – Nullo il licenziamento e nullo il contratto a tempo determinato. Il giudice del lavoro ordina il reintegro di due dei sedici dipendenti Sisev rimasti a spasso dopo un periodo di prova. Andò meglio a sessanta colleghi che, invece, hanno trovato un impiego a Sicilia e Servizi.
La decisione del giudice Paola Marino accoglie il ricorso degli avvocati palermitani Rocco Lentini e Francesco Paolo Rubbio, censurando il piano del nuovo corso targato Antonio Ingroia. Un piano che passò dalle riassunzioni e dai successivi allontanamenti. Ecco perché l’ordinanza del giudice rischia di interessare tutto il personale della società partecipata della Regione siciliana.
Nel marzo 2014 sedici lavoratori di Sicilia e-Servizi furono licenziati dal Commissario straordinario ed ex pm al termine del periodo di prova al quale si erano sottoposti i 76 ex dipendenti di Sisev. Più che di licenziamenti si trattava di “mancate assunzioni”. I sedici lavoratori, infatti, facevano parte del bacino di Sicilia e-Servizi Venture. Che altro non era che la parte “privata” della partecipata regionale. Una società mista fino a pochi mesi fa, quando i privati, alla scadenza della convenzione, dovettero lasciare la compagine societaria. In quell’occasione, partirono le lettere di licenziamento per i dipendenti delle società Accenture ed Engineering, che componevano, appunto la “Venture”. Si profilò il rischio concreto di un maxi blocco informatico alla Regione. I dipendenti, infatti, gestivano una serie di delicatissimi software e protocolli informatici. E così fu necessario cercare una mediazione che scongiurasse i disagi e tutelasse i posti di lavoro. La convenzione tra i privati e la Regione prevedeva il trasferimento, al termine del contratto, dei lavoratori “formati” tra i ranghi della pubblica amministrazione. Il cosiddetto “know how” doveva insomma passare alla Regione. Ma a causa dei contenziosi ancora in piedi tra le società e l’amministrazione regionale, si arrivò allo scontro.
Il nuovo commissario Ingroia si ritrovò a gestire una faccenda scottante. Risolta con la proposta di un’assunzione a tempo determinato per i 76 al termine di un periodo di prova di quattro mesi. Una procedura finita anche sotto al lente di ingrandimento della procura regionale della Corte Corte dei Conti.
“Risulta evidente che il personale assunto dalla Sisev – scrive ora il giudice del lavoro – risultava indispensabile alla Sise per la gestione dei sistemi informatici cui è obbligata e che la scadenza della convenzione ed il venir meno del soggetto obbligato all’apporto delle qualificazioni professionali necessarie avrebbe reso impossibile detta gestione senza il passaggio del personale di Sisev a Sise. D’altra parte, come accennato, risulta per tabulas che detto personale faceva parte dello know how che il socio privato era obbligato a trasferire alla Sise allo scadere della convenzione”.
Secondo il giudice Marino, tra Sisev e Sise è “intervenuta una cessione di azienda, perfezionatasi con la cessione di tutti i lavoratori e delle conoscenze tecniche utilizzati per lo svolgimento dell’attività e che il rapporto di lavoro a tempo indeterminato è proseguito senza soluzione di continuità presso il cessionario Sise”.
Ecco perché, oltre al reintegro nel posto di lavoro, viene dichiarato nullo il contratto di lavoro a tempo determinato che firmarono non solo i due ricorrenti che ora devono essere riassunti, ma tutti e 76 i dipendenti.
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29 Ottobre 2014, 19:48