05 Novembre 2022, 05:22
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PALERMO – La quiete dopo la tempesta. Nel centrodestra siciliano il clima sembra essersi rasserenato dopo la turbolenta riunione di giovedì organizzata dal coordinatore azzurro Gianfranco Miccichè.
Anche i fedelissimi dell’ex presidente dell’Ars cercano di gettare acqua sul fuoco. “Confido nel presidente Miccichè che in questi da coordinatore regionale anni ha ottenuto numeri e risultati straordinari che nei momenti sa sempre cosa fare nell’interesse del partito: la situazione verrà appianata non ci saranno problemi sono molto ottimista”, dice a Live Sicilia il deputato Tommaso Calderone. E c’è chi suppone che l’ipotesi di un salvacondotto romano per Miccichè (leggasi la presidenza di una Commissione al Senato) potrebbe calmare le acque agitate in casa azzurra e blindare la maggioranza in aula mettendola a riparo da incursioni varie. Un’operazione che consentirebbe l’ingresso a Sala d’Ercole del primo dei non eletti nelle liste di Forza Italia a Palermo: Pietro Alongi, uomo vicinissimo a Renato Schifani. Chissà.
Nel frattempo il presidente pare in tutt’altre faccende affaccendato onorando vari impegni istituzionali. Ovviamente tra i pensieri principali del governatore c’è anche il nome da avanzare per la guida dell’assessorato alla Salute (casella che andrà a Forza Italia). L’identikit dell’assessore tracciato da Schifani, confermano i bene informati, è quello di una donna con evidente esperienza nel campo della sanità. Questo, al netto delle voci di corridoio che vorrebbero un ritorno di Ruggero Razza sullo scranno più ambito della giunta. Ma la strada è troppo stretta e il nome troppo divisivo per ottenere il via libera di Schifani che ha come primo obiettivo quello di tenere unita la maggioranza soprattutto in vista del voto di venerdì in aula (una exit strategy per valorizzare il delfino di Nello Musumeci potrebbe essere quella della candidatura a sindaco di Catania). Idem per l’ipotesi Elena Pagana (candidata non eletta nel collegio di Enna) che non risponde al criterio dei deputati eletti e che rischierebbe di creare crepe e malumori nella maggioranza con effetti a catena sulle potenziali richieste di una nutrita pattuglia di candidati non eletti (a tutte le latitudini).
Del resto la top five dei nomi di Fratelli d’Italia (quattro assessori e il presidente dell’Assemblea) sembrerebbe ormai assodata: Savarino Giusi, Elvira Amata, Alessandro Aricò, Giorgio Assenza e Gaetano Galvagno. Quest’ultimo in pole per ricoprire il ruolo che fu di Miccichè, forte del legame con Ignazio La Russa. A dispetto della giovane età, Galvagno risponderebbe alla consuetudine territoriale di assegnare la presidenza dell’Aula a un deputato della Sicilia orientale quando il presidente è della Sicilia occidentale. Eppure, i rumors sulla possibilità che lo scranno se lo aggiudichi Giorgio Assenza o Giusi Savarino non si placano. “Si pensa che per questo ruolo servano persone più attrezzate: tre opposizioni e una interna pericolosa”, ragiona un big del centrodestra a taccuini chiusi. Tornando alle rose dei vari partiti il trittico azzurro che andrà a completarsi con la donna alla sanità (evitando di creare incidenti diplomatici dentro il gruppo e andando a pescare altrove) si dovrebbe completare con Marco Falcone ed Edy Tamajo (turismo). Il Carroccio occuperà due caselle: una con Luca Sammartino (vice presidente) l’altra con Vincenzo Figuccia o Mimmo Turano. Certo in casa Dc il nome dell’assessore “rosa” Nuccia Albano. Il secondo nome da inserire in giunta dovrebbe essere invece quello del catanese Andrea Messina. Last but not least il Movimento per l’Autonomia, il nome in pole è quello del deputato Roberto Di Mauro (che in caso contrario, cioè con l’ingresso del tecnico Massimo Russo potrebbe presiedere la Commissione bilancio). La casella della vicepresidenza e la presidenza delle Commissioni faranno il resto nel grande Risiko del governo della Regione.
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05 Novembre 2022, 05:22