04 Gennaio 2023, 05:45
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PALERMO – Mentre a Roma Silvio Berlusconi e Licia Ronzulli lavorano – con Matteo Salvini – alla bozza del partito unico del centrodestra, in Sicilia continuano a esserci due Forza Italia, anzi ufficialmente una, quella di Miccichè, col rischio – confermato a LiveSicilia – che il gruppo Schifani prepari liste parallele alle vicinissime amministrative. Contemporaneamente, il gruppo più numeroso, Forza Italia all’Ars, fa riferimento al presidente della Regione, eletto proprio col sostegno – anche – di Miccichè (ma è storia vecchia). Sullo sfondo l’ipotesi di un “rimpasto”, ventilato da ambienti vicini a Renato Schifani(LEGGI), ma non imminente nel tempo e l’incognita sul futuro dell’ex presidente dell’Ars, che non ha ancora sciolto la riserva sulla Sicilia.
Intervistato da Libero, Silvio Berlusconi ha tracciato la rotta del centrodestra per il 2023, forte dell’asse con la Lega, che rappresenta un punto fermo, anche per arginare il peso politico di Giorgia Meloni. Da annotare anche i rapporti di FdI col Terzo polo e un Berlusconi che rispolvera il suo “sogno” del 1994: un grande partito conservatore per una “democrazia bipolare in Italia”.
Su questo fronte, si schierano anche Licia Ronzulli e Giorgio Mulè, gli stessi che hanno una gatta da pelare chiamata Sicilia.
Il 2023 è iniziato con il riecheggiare, in ambienti vicini al presidente Renato Schifani, della parola “rimpasto”. Le coordinate di questa possibile mossa, annunciata al nostro giornale come lontana nel tempo, hanno fatto drizzare le orecchie agli alleati, un po’ meno ai miccicheiani, estromessi dalla giunta dopo l’avvio “caldo” del governo regionale. Da ultimo c’è un ulteriore elemento che rende incandescente lo scenario regionale: alle vigilia delle prossime amministrative spunta l’ipotesi – confermata a Live – di liste autonome a matrice Schifani, per contrastare la titolarità legale del simbolo Forza Italia, che fino a questo momento Berlusconi ha affidato alle mani di Miccichè.
“Se non si dovesse trovare un accordo – ha detto proprio ieri Stefano Pellegrino, capogruppo di Forza Italia all’Ars a LiveSicilia – non potremmo rimanere inoperosi: è normale, sarebbe per il bene di Forza Italia, non possiamo disperdere una forza politica come la nostra”.
Schifani e i suoi, in pratica, rivendicano la possibilità di sedersi al tavolo delle trattative per le prossime comunali di Catania, Trapani e Siracusa. E le elezioni potrebbero assumere il volto di una resa dei conti, tra i blocchi Pellegrino – Scilla nella Sicilia occidentale e Falcone – D’Agostino in quella orientale. Di certo, è che resta l’incognita Miccichè.
L’ex presidente dell’Ars non ha ancora sciolto la riserva sulla Sicilia. Per le dimissioni da deputato regionale c’è ancora tempo, ma voci insistenti lo vorrebbero a Roma, magari con un ruolo di governo. Ma c’è ancora da risolvere il nodo del gruppo Forza Italia, in attesa di deroga per il numero dei componenti.
“In linea di massima – aveva detto a metà dicembre a LiveSicilia – ho già scelto, sarei stato disposto a cambiare solo se Schifani avesse deciso di tornare a essere una persona normale. Questa normalità non si è avverata e io non posso andare via, devo tenere il partito, è una situazione complicata”. Anche sulle amministrative Miccichè era stato chiaro: “Fratelli d’Italia anche avendo ragione rivendica la candidatura a sindaco di Catania, è il primo partito della coalizione a livello nazionale, ma deve ricordare che in Sicilia è alla pari di Forza Italia. Pensare che possano avere tutto loro è impossibile, con grande serenità”.
“Mi sono sentito con Salvo Pogliese – aveva aggiunto l’ex presidente dell’Ars – una delle persone più civili che conosco, ne riparleremo, valuteremo anche altri percorsi”.
E qui entra in ballo l’ultimo tormentone azzurro, le liste Schifani alle amministrative di Sicilia, dove per il bipolarismo c’è tempo, perché di bipolare c’è solo il partito che governa.
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04 Gennaio 2023, 05:45