Politica

Sicilia, l’opposizione a Draghi: “Valuti rimozione di Musumeci”

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21 Aprile 2022, 18:55

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PALERMO – “Caro Draghi, ti scrivo”: le opposizioni chiedono la rimozione di Musumeci.  Il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle e Claudio Fava scrivono al presidente del Consiglio Mario Draghi per chiedere “di valutare l’avvio del procedimento di rimozione del Presidente della Regione e di scioglimento dell’Assemblea regionale siciliana e per atti contrari alla Costituzione ai sensi dell’art. 126 della Costituzione”.

La missiva e i punti critici

La missiva è stata inoltrata per conoscenza anche ai ministri per gli Affari regionali e le Autonomie ed Economia e Finanze e mette nero su bianco la vicenda finanziaria della Regione Sicilia in esercizio provvisorio fino al 30 aprile. All’appello però manca ancora “il parere preventivo che deve essere obbligatoriamente espresso preventivamente dal Collegio dei revisori dei conti della Regione Siciliana. Secondo le opposizioni qualcosa rischia di andare storto, un’eventualità in grado di fare saltare il banco e che non sarebbe stata presa in considerazione. “Nell’eventualità che il parere espresso dal Collegio sia negativo, la Giunta regionale può percorrere due strade: o conformarsi al parere modificando il documento contabile, oppure motivare le ragioni per le quali ritiene di non operare alcun adeguamento. In entrambi i casi – si legge nella lettera -, all’atto della trasmissione del disegno di legge all’Ars il parere deve essere già stato espresso.  Alla data odierna, con la scadenza ormai prossima dell’esercizio provvisorio non più prorogabile, il disegno di legge di bilancio- denunciano i deputati opposizione – trasmesso all’Assemblea regionale siciliana non è corredato dal parere del Collegio dei revisori”.

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La violazione dello Statuto

Secondo i giallorossi in ballo c’è la violazione delle norme di attuazione dello Statuto ma “soprattutto l’impossibilità di pervenire all’approvazione del bilancio di previsione 2022/2024 entro i termini perentori del 30 aprile”. E anche in caso di parere positivo le cose non sarebbero così semplici per via di questioni procedurali dettate dal regolamento interno all’Ars che “per la sessione di bilancio che non consente di contrarre i tempi per l’esame e la discussione dei documenti finanziari da parte, prima delle commissioni legislative, e poi dell’aula”.

La stoccata di Barbagallo

Duro il commento del segretario del Pd, Anthony Barbagallo che ha reso nota la missiva indirizzata al premier Mario Draghi per chiedere di valutare la “rimozione del Presidente della Regione e di scioglimento dell’Assemblea regionale siciliana e per atti contrari alla Costituzione ai sensi dell’art. 126 della Costituzione”. “Siamo di fronte al governo del nulla che produce il nulla”, dice. E dà una stoccata. “Fino ad ora abbiamo assistito all’uomo solo al comando, alle minacce di dimissioni via social, all’inconcludenza di annunci e mancate riforme. Il mancato rispetto del Parlamento più antico d’Europa non è una novità da parte di Musumeci. Si è sempre sottratto al dibattito e quando lo ha fatto è stato assolutamente insofferente e sprezzante nei confronti dei deputati, anche della sua maggioranza”, aggiunge. “Ma il ritardo – incolmabile – con cui pensa di varare una finanziaria fuori tempo massimo violando lo Statuto è l’ennesimo tentativo di calpestare una istituzione come l’Ars, negando il dibattito e il confronto parlamentare non è accettabile. I balletti a cui assistiamo in queste ore, da diverse settimane, sulla sua ricandidatura, poi, non ci interessano: siamo noi che diciamo basta e chiediamo di rimuoverlo per le evidenti e arroganti violazioni costituzionali”, argomenta il segretario dem. Una ciliegina sulla torta per la maggioranza che vive ore già parecchio tormentate alla ricerca di una quadra sulle candidature. 

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21 Aprile 2022, 18:55

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