29 Novembre 2022, 05:06
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PALERMO – Tensioni nel Carroccio siculo. Le dichiarazioni del segretario provinciale di Catania, Fabio Cantarella, all’indirizzo del segretario regionale Nino Minardo scavano un solco profondo all’interno del partito siciliano. “Spero che molto presto si volti pagina, la Lega in Sicilia ha bisogno di una guida leale e responsabile, che senta l’onore e l’onere di guidare il partito, che non faccia inciuci con altri soggetti in danno ai colleghi di partito. E, soprattutto, c’è bisogno di ascoltare i territori, la forza della Lega. Avviene così ovunque, tranne in Sicilia con Minardo”. Parole come pietre, una cartina di tornasole di quello che si muove nel ventre della Lega siciliana.
Per capire meglio quello che sta accadendo però bisogna riavvolgere il nastro. La leadership del deputato ragusano vacilla da tempo, o per lo meno fa i conti con l’ingresso nel partito di Luca Sammartino (neo vice presidente della Regione e assessore all’agricoltura) nell’agosto del 2021. Il deputato etneo scala di giorno in giorno le vette del partito, tanto da arrivare pochi mesi fa a distribuire per conto della Lega le carte al tavolo regionale (si pensi all’ingresso di Mimmo Turano in giunta al posto di Vincenzo Figuccia preferito da Minardo: l’ultima goccia che fa traboccare il vaso della pazienza del segretario ragusano).
Minardo, dicono i bene informati, si sarebbe così sentito in più occasioni scavalcato nel suo ruolo di coordinatore regionale tanto da avere comunicato a Matteo Salvini in persona di essere pronto a fare un passo indietro, ricevendo invece rassicurazioni da parte del Capitano. Da questo passaggio sarebbe scaturito il ritrovato attivismo di Minardo che non ha mai smentito le voci di un suo flirt con Totò Cardinale e Raffaele Lombardo (una delle accuse mosse da Cantarella) per un semplice motivo: perché in fondo nell’era pre-sammartiniana il progetto originario era proprio quello civico autonomista poi naufragato alla vigilia delle regionali. Questa sarebbe la trama da cercare sottotraccia considerando che le incursioni degli autonomisti nelle liste leghiste sono state stoppate da Sammartino e company.
La narrazione però va fatta per intero e non può non tenere conto dei risultati venuti fuori dalle urne che, nei fatti, provincia per provincia, dicono in modo evidente che è stato Sammartino a trainare le liste (e non soltanto a Catania).
Tracciato il quadro, si comprende meglio la risposta che Minardo riserva a Cantarella. “Comprendo lo sfogo e chi lo ha ispirato. Mi dispiace per Fabio, a cui voglio bene, ma cerchi altrove le cause del mancato soddisfacimento delle sue ambizioni. Io vado avanti con sempre maggiore convinzione. Il suo nome, tra l’altro, sta in cima ad un elenco di esterni che ho sottoposto al segretario nazionale per individuare profili che abbiamo i requisiti per poter collaborare al meglio con gli assessori regionali della Lega in Sicilia”, dice a Live Sicilia. Accuse che Il segretario provinciale della Lega che si era dimesso da assessore comunale su ordine del partito e che è stato amministratore locale del Carroccio in Sicilia (vicesindaco di Mascalucia in provincia di Catania nel 2013) non accetta, insistendo sull’assenza del segretario regionale che in terra sicula non convoca una riunione da ottobre del 2021.
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29 Novembre 2022, 05:06