18 Febbraio 2021, 15:12
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PALERMO- Sabato 20 febbraio, di fatto, in Sicilia comincia la vaccinazione di massa. Sarà il primo giorno delle persone con più di ottant’anni, che si sono già prenotate, al tempo stesso si continuerà con le forze dell’ordine e andrà a regime la campagna degli insegnanti. Saranno così vaccinate, contemporaneamente, più categorie: una vasta platea numerica, diversa per caratteristiche e quantità dagli operatori sanitari, circoscritti e raggiungibili facilmente.
Gli ‘over ottanta’, cosiddetti, per brevità della formula, saranno protetti con Pfizer e Moderna, il personale scolastico e quello in divisa, con AstraZeneca. Dal primo marzo, i vaccinandi ottantenni saranno anche raggiunti a domicilio. Uno sforzo impegnativo, ma la Regione – spiegano dall’assessorato alla Salute – è pronta. Vedremo sul campo come reggerà la macchina all’impatto di una grande quantità di popolazione che dovrà spostarsi, spesso con i relativi accompagnatori, da casa propria e arrivare al centro vaccinale.
Va da sé che, per vincere una guerra, sono necessarie tante munizioni. Dunque, per battere il Covid e neutralizzare sul nascere varianti più o meno subdole, saranno necessari tantissimi vaccini. Il catalogo degli approvvigionamenti è questo, per quanto dato di sapere. Dal 15 febbraio al tre marzo, tra consegnate e stimate, si parla di più 190mila dosi di Pfizer e di trentatremila circa di Moderna in Sicilia. Tra previsioni, decurtazioni e nuovi arrivi si dovrà curare, secondo la ‘strategia della formica’, l’effettiva immunizzazione: ovvero garantire la chiusura del cerchio con entrambe le dosi del prodotto.
La Fondazione Gimbe, dall’inizio della pandemia, offre un monitoraggio accurato e indipendente: “Se il nuovo esecutivo manterrà la strategia di mitigazione con il solo obiettivo di contenere il sovraccarico degli ospedali, bisogna accettare lo sfiancante stop and go degli ultimi mesi almeno per tutto il 2021 – dice il presidente, il siciliano Nino Cartabellotta -. Se invece intende perseguire l’obiettivo europeo zero-Covid, questo è il momento per abbattere la curva dei contagi con un lockdown rigoroso di 2-3 settimane al fine di riprendere il tracciamento, allentare la pressione sul sistema sanitario, accelerare le vaccinazioni e contenere l’emergenza varianti”. La stessa fondazione ha lanciato l’allarme sui vaccini disponibili. “Se da un lato vengono correttamente accantonate le dosi per il richiamo – aggiunge Cartabellotta – dall’altro nell’ultima settimana si rileva un rallentamento delle somministrazioni di quasi il 30%, possibile spia di difficoltà organizzative della campagna vaccinale fuori da ospedali e Rsa”. Servono più munizioni.
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18 Febbraio 2021, 15:12