Politica

Sicilia, Zappulla: “Campo largo ma chiaro, no a strane alleanze”

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28 Novembre 2021, 17:08

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PALERMO – Le Agorà democratiche rischiano di tramutarsi in un cavallo di Troia per entrare nel Pd, ma non tutti dentro Articolo 1 ne sarebbero lieti. In primis Pippo Zappulla, segretario regionale di Articolo 1, che a più riprese dichiara la propria contrarietà all’ipotesi di un “ritorno a casa”.  Con i dem semmai si deve continuare a lavorare per puntellare la coalizione giallorossa. Da Roma a Palermo. Zappulla non teme le primarie per la scelta del candidato alla presidenza della Regione e nerivendica la paternità. Lo schema di gioco? “Un campo largo ma chiaro”. Poi mette in guardia dal centrodestra siciliano acciaccato, ma sempre forte a livello elettorale. Su Palermo chiede uno sforzo ai pentastellati. “Niente veti”, dice. 

Segretario, articolo 1 torna a casa? La prospettiva di rientrare nel Pd quanto è concreta?

C’è un dibattito molto serrato all’interno di Articolo 1. E’ evidente che c’è chi pensa dentro Articolo 1 che le Agorà, messe in campo dal Pd, possano rappresentare una sorta di ponte, uno strumento per rientrare all’interno del Pd. 

Si riferisce al Ministro Speranza?

Certo, tra questi c’è anche Speranza nella qualità di segretario nazionale che in occasione di una conferenza stampa ha annunciato non soltanto la partecipazione alle Agorà ma ha fatto intuire che la nostra partecipazione servisse a rafforzare Pd. Ovviamente non ha detto che rientriamo nel Pd, ma ovviamente un’affermazione di questo tipo ha reso possibile questo scenario.

Lei da segretario regionale come la pensa?

Io con altrettanta franchezza, sia in direzione nazionale che subito dopo la conferenza stampa tenuta dal mio segretario nazionale, non ho avuto nessuna difficoltà a prendere le distanze. Ho detto che partecipare alle Agorà non deve significare a iscriversi al Pd. 

Perché?

Un conto è confrontarsi sulle questioni di merito, altra entrare nel Pd. L’operazione delle Agorà è meritoria e importante per affinare la piattaforma unitaria del centrosinistra per le prossime elezioni politiche. Questo è l’obbiettivo, a mio avviso, delle Agorà. Ma non ci sono, invece, le condizioni politiche, valoriali e programmatiche per cui si possa rientrare nel Pd. 

La fase renziana è ormai archiviata e Letta ha preso nettamente le distanze si sta facendo promotore di un’alleanza progressista però. 

E’ assolutamente condivisibile l’alleanza che propone Letta e va realizzata, per dirla con una metafora calcistica, a tre punte: il Pd che è il baricentro dell’alleanza, il Movimento Cinquestelle (grazie allo sforzo fatto da Letta di ricollocare il movimento nell’alveo del progressismo democratico) e il mondo che si muove a sinistra del Pd attento ai diritti e ai temi del lavoro e dei beni comuni.   

E in Sicilia? In che rapporti siete con il Pd? 

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Il nostro è un rapporto di alleanza competitiva. Si può dire così?

Certo. 

Certamente la situazione è notevolmente migliorata rispetto a qualche anno fa con l’uscita dei renziani, o comunque di gran parte dei renziani anche se all’interno del Pd ci sono residui non ancora bonificati di quella cultura. Una cultura che tanto danno ha fatto alla sinistra italiana e siciliana non soltanto al Pd. 

Alle regionali che schema di gioco immagina? Le primarie la convincono? 

Due anni fa, in occasione di un convegno a Messina, lanciammo per primi l’alleanza del cosiddetto campo largo del centrosinistra per sconfiggere questa destra siciliana in grandissima difficoltà, incapace di governare ma che elettoralmente è ancora molto forte. Solo un’ampia alleanza che parta idee radicali, credibili e possibili può costituire un’alternativa. Oggi ne sono tutti convinti. Io dico sempre che il campo deve essere largo, ma chiaro. Non ci devono essere quindi, come abbiamo registrato qua e la dal mio amico Barbagallo a Cancelleri, tentativi di strane alleanze e strani allargamenti.

Cateno De Luca?

De Luca non mi pare si riconosca nel campo del centrosinistra, non vedo perché prenderlo in considerazione. Lui dichiara di volersi candidare alla presidenza della Regione e non penso abbia bisogno del nostro contributo. Ma è cosa diversa a Messina e in Sicilia dal centrosinistra.

Che fare?

Come dico spesso è arrivato il tempo di stoppare le indiscrezioni. Il centrosinistra brilla per indiscrezioni, iniziative che vengono assunte a destra e a manca con interviste in cui si annunciano chissà quali candidature, si è parlato pure di interlocuzioni con Miccichè. Questo è il tempo che si metta la parola fine a tutto questo e si assumano decisioni politiche. Si convochi il tavolo regionale dei partiti del centrosinistra come noi rivendichiamo. I partiti del centrosinistra sono gli unici abilitati a stabilire qual è la coalizione e quali sono le idee per cambiare la Sicilia. E allo stesso tempo si prenda atto e si avanzino delle candidature se ce sono altre  oltre a quella che già c’è in campo. 

Fava?

Sì. Se ci sono altre candidature in campo che vengono avanzate non nei retrobottega, dietro le quinte o ai tavolini del bar ma nei momenti ufficiali bene, se non c’è possibilità di sintesi unitaria lo strumento delle primarie, con regole certe e definite, è uno strumento che può essere utilizzato. 

E a Palermo? Crede si possa accettare il veto dei Cinquestelle sugli orlandiani?

Assolutamente no. Riteniamo che il campo largo impone generosità e disponibilità da parte di tutti. Così come non ci possono essere veti da parte del Pd nei confronti dei Cinquestelle non si possono accettare altre operazioni di questo tipo. Orlando e gli orlandiani sono pienamente nell’alveo del centrosinistra, possiamo anche discutere animatamente ma non possiamo accettare veti. 

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28 Novembre 2021, 17:08

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