Sicurezza, immigrazione, mafia |Francini: “Vigilia di sfide epocali”

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08 Gennaio 2018, 17:10

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CATANIA – Ha stretto le mani ad ogni cronista. Alberto Francini, nuovo Questore di Catania, ha deciso di non mettere alcun muro con i giornalisti. “Voglio creare con la stampa, come ho sempre fatto d’altronde, un rapporto corretto e di collaborazione reciproca. Vi assicuro che da me non ci sarà alcuna reticenza. Cercherò anche dove è possibile di forzare le regole e le convenzioni perché comprendo il vostro lavoro e il vostro ruolo”. E parlando alla città afferma: “Voglio lavorare tra la gente e per la gente”.

Si è insediato oggi il nuovo Questore di Catania. Come primo atto ha deciso di deporre una corona d’alloro davanti la lapide dedicata a tutti i poliziotti catanesi caduti nell’adempimento del dovere, poi si e’ recato presso il cimitero di Acireale, per rendere omaggio alla memoria di Filippo Raciti, l’ispettore capo morto durante gli scontri del derby Catania-Palermo il 2 febbraio 2017. Un aspetto quello sulla sicurezza degli stadi a cui Francini ha dedicato gran parte della sua carriera da poliziotto. “Raciti è un martire. La sua morte ha portato a un cambiamento rispetto al passato in tema di sicurezza negli stadi, nonostante la normativa era del 2005. Resta ancora tanto da fare, ma diciamo che almeno il 60% di quello che doveva essere fatto è stato portato a compimento. Questo è un tema – ha detto – a cui sono molto legato. Ricordo che non ho mai perso una partita del Napoli che disputava al San Paolo. E mi prendevo le ferie solo quando il Napoli non giocava. Ricordo che quando è morto l’ispettore Raciti ero in Argentina ed ho appreso la notizia attraverso Rai International. Il fatto ha suscitato molta commozione e polemiche, il campionato fu sospeso per un mese e si iniziarono ad applicare le normative”. Il 2 febbraio 2007, insomma, rappresenta la discontinuità. “Poi purtroppo perdiamo la memoria e se tanto abbiamo fatto in tema di strutture e di sicurezza all’interno degli impianti. Resta ancora tanto da fare sulla fidelizzazione del tifoso”, dice ancora Francini.

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Sicurezza e criminalità diffusa sono altri due temi su cui il nuovo Questore ha argomentato con molto senso della realtà. “Bisogna riconsiderare la nostre risorse in base alle nuove esigenze di sicurezza, ma non commettiamo l’errore di distogliere l’attenzione dal crimine organizzato. Non lasciamo e non creiamo spazi. Perché se è vero che abbiamo inferto duri colpi alle cupole mafiose, il seme della mafia è ancora presente. Il crimine organizzato cambia forma e non scompare”. Non basta la repressione per arginare il fenomeno del traffico di droga, ma per poter invece contenere il piccolo smercio al dettaglio serve fare “un coraggioso passo in avanti a livello legislatore”. Soprattutto in termini di custodia cautelare. Perché il piccolo spacciatore torna immediatamente dopo l’arresto a piede libero e quindi torna a vendere dosi di droga. “A questo sforzo normativo va considerato però il tema delicato delle carceri”, aggiunge il nuovo Questore di Catania.

Il neo questore è consapevole che la Polizia deve affrontare reati completamente nuovi, come quelli del cyberbullismo e delle baby gang. Un cambiamento che rivoluziona anche il concetto stesso di sicurezza. E una struttura burocratizzata come quella della polizia “fa fatica a mettersi al passo con i tempi”. Francini, parlando di immigrazione e nuovi fenomeni criminali, ammette: “Siamo alla vigilia di sfide epocali che possiamo contrastare con la freschezza delle idee e fuori dagli schemi”.

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08 Gennaio 2018, 17:10

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