Sigaretta elettronica |Polosa interviene al Senato

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27 Settembre 2014, 10:01

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CATANIA – “Le sigarette elettroniche sono o no prodotti simili alle sigarette convenzionali?” – E’ la domanda che i membri della Commissione Finanze e Tesoro del Senato si stanno ponendo in questi giorni per cercare di esprimere il loro parere istituzionale circa la nuova regolamentazione dei prodotti da tabacco (D.Lgs Tabacchi). A gennaio del 2014 in Sicilia esistevano circa 500 negozi di sigarette elettroniche, oggi – secondo i dati forniti dalle associazioni di categoria – circa la metà ha chiuso. Una crisi di settore che non è solo economica ma anche sociale. La regolamentazione, infatti, potrebbe causare un deficit nelle politiche di tutela della salute pubblica che ci porterebbe ancora una volta indietro rispetto agli altri stati.

Lo schema di decreto, approvato dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pietro Carlo Padoan, prevede, infatti, una regolamentazione che parifica in termini fiscali le sigarette convenzionali (meglio definite come le “bionde”), a quelle elettroniche. Di fatto però negli Stati Uniti, in Francia e in Inghilterra, dove le sigarette elettroniche sono prodotti di libero consumo, il numero di fumatori scende in maniera vertiginosa.

Per la prima volta in questo campo, la Ricerca dell’ateneo catenese assume un ruolo centrale. Gli studi fatti dal Centro Antifumo dell’Università degli Studi di Catania e condotti dal prof. Riccardo Polosa – noto in tutto il mondo per essere l’autore più autorevole nella ricerca sulle sigarette elettroniche – diventano centrali per la scelta del Senato.

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Intervenuto in Commissione al Senato, Polosa ha dichiarato: “La tassa sul tabacco ha due obiettivi principali: ridurre l’uso di tabacco e limitare i danni per la salute derivanti dal suo consumo. Parificare le meno tossiche sigarette elettroniche al tabacco combustibile delle ‘bionde’ è un atto irresponsabile – ha spiegato – poiché andrebbe a posizionare i due prodotti sullo stesso piano da un punto di vista legislativo, producendo effetti contrastanti e controproducenti per la salute pubblica. In particolare, le restrizioni eccessive sulla pubblicità e le tasse eccessivamente alte limiteranno lo sviluppo del mercato di prodotti a basso rischio espositivo a favore delle molto più pericolose sigarette convenzionali. Di conseguenza, un numero sempre minore di fumatori opterà per alternative più sicure e sempre più fumatori soffriranno e moriranno per via delle malattie fumo-correlate”.

Per evitare che questo possa accadere, le Istituzioni sanitarie nazionali dovrebbero imporre una regolamentazione che privilegi una distinzione equa dei prodotti, basata sul principio del danno causato ai consumatori – cosi come peraltro spiega la LIAF – Lega Italiana Anti Fumo. Se le sigarette elettroniche non fanno male o comunque i rischi sono “irrisori” rispetto a quello causato dal tabacco, allora le tasse dovrebbero essere inferiori.

Il docente catanese non è l’unico a battersi per cercare di trovare soluzioni alternative ed efficaci ad uscire dal tabagismo. Con lui nomi illustri come quello dei proff. Umberto Veronesi, Umberto Tirelli e Carlo Cipolla, con i quali proprio in questi giorni – come dichiarato dal prof. Riccardo Polosa nell’ambito di una trasmissione televisiva su Rai 3 – invierà una lettera a loro firma indirizzata all’Istituto Superiore di Sanità per affrontare scientificamente il problema del tabagismo rapportato al nuovo fenomeno del vapagismo e per trovare insieme soluzioni più efficaci e più eque per la regolamentazione delle sigarette elettroniche.

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27 Settembre 2014, 10:01

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