Sigarette false o “cheap white”| La mappa del contrabbando in città

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08 Dicembre 2017, 17:47

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PALERMO – Dal centro storico allo Sperone, dallo Zen fino alla zona del mercato ortofrutticolo. La mappa del contrabbando delle sigarette si fa più ampia a Palermo, uno dei principali porti di approdo dei carichi illeciti che provengono soprattutto dal Nord Africa. Fonte di approvvigionamento, come ha accertato la polizia nel corso degli ultimi sequestri, è anche la Campania.

Un fenomeno che cammina di pari passo con la disoccupazione e l’inevitabile basso potere d’acquisto. D’altronde, i prezzi oscillano tra i due euro e cinquanta e i quattro euro, spesso la metà di quanto costa un pacchetto comprato al tabacchi. Nei vicoli del centro storico e nei pressi dei mercati rionali sono essenzialmente cinque i marchi di bionde esposti nelle bancarelle del mercato nero: “Pine”, “Oris”, “American Legend”, “Royals” ed Elegance. In molti casi si tratta di sigarette di pessima fattura, vendute soprattutto al Capo e a Ballarò, tra le basi operative preferite dai contrabbandieri che mettono a disposizione stecche o singoli pacchetti di bionde a basso costo.

E così, tra banchetti improvvisati e le cassette della frutta, il contrabbando continua a diffondersi nel capoluogo siciliano, raccogliendo tra i clienti le categorie più disparate. Tra queste ci sono la casalinga, lo studenti, l’immigrato, l’uomo in giacca e cravatta che porta a casa più pacchetti per fare la scorta. Da chi si accende una sigaretta occasionalmente fino al fumatore incallito, insomma, ma pur sempre risparmiano almeno il cinquanta per cento rispetto ai tabacchi che riportano il marchio dei Monopoli.

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Anche tra le sigarette trafficate illegalmente ci sono delle sottocategorie. Il mercato si spaccherebbe essenzialmente in tre, con le sigarette contraffatte, quelle di contrabbando e le “cheap whites”. Le prime utilizzano un marchio senza l’autorizzazione dal suo proprietario, come quello delle Marlboro, ad esempio. Le seconde sono invece prodotte regolarmente dalle grandi aziende del tabacco, vendute legalmente in un paese, ma poi trafficate illecitamente in un altro. La terza categoria riguarda invece le bionde prodotte legalmente in alcuni paesi dell’Est e del Medio Oriente, spesso con pacchetti molto simili alle marche più conosciute ed acquistate in Europa, ma non ammesse alla vendita all’interno della Ue. 

Questo genere di sigarette non rispetterebbe, infatti, gli standard di sicurezza comunitari, ma è sempre più diffuso per il prezzo basso che sembra incoraggiare il mercato clandestino del contrabbando. L’ultimo sequestro di sigarette destinate al mercato nero palermitano è stato effettuato dalla squadra mobile tra i padiglioni dello Zen. Novanta i chili di bionde sequestrati in uno dei capannoni, per un valore di ventimila euro. In quella circostanza sono finite in manette due persone che gestivano il business nella periferia della città.

 

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08 Dicembre 2017, 17:47

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