Sindacati: "Modificare il bando" |Matteo Iannitti: “Fare presto” - Live Sicilia

Sindacati: “Modificare il bando” |Matteo Iannitti: “Fare presto”

Lo scopo è di provvedere alla scopertura delle ore pomeridiane (“attualmente non è rispettato il rapporto operatore/bambino di uno a tredici, relativo al numero di ore previsto dal bando sul servizio da espletare”) e l’assenza di posti per il personale aggiuntivo da occupare per l’assistenza di bambini disabili.

CATANIA – Asili nido: i sindacati chiedono la modifica e la riapertura dei termini del bando. Il tavolo di confronto si è aperto con le parole dell’assessore Angelo Villari che, mezz’ora prima di andare via per una riunione di giunta, ha ricordato ai presenti la natura “tecnica” del consesso dicendo a chiare lettere che gli unici a potere prendere la parola sarebbero stati gli esponenti “delle strutture confederali”. Per l’assessore al Welfare, che ha sottolineato la necessità di “non creare allarmismi”, il problema centrale rimane quello del numero dei bambini frequentanti gli asili e il conseguente allargamento della domanda. Il numero del personale dipende, infatti, dal numero dei fruitori del servizio e deve rispettare, secondo quanto stabilito da una circolare regionale, l’ormai celebre rapporto di una unità ogni tredici bambini. Un punto che ha fatto molto discutere a fronte del fatto che il direttore dei servizi sociali Corrado Persico ha detto che saranno trentanove i posti disponibili (a fronte dei trecentosessanta bambini): undici cuochi e ventotto ausiliarie.

Poi è toccato al direttore di Lega Coop, Salvatore Falletta, e ai sindacalisti evidenziare una serie di criticità rilevate dallo studio del bando. Se il rappresentante delle cooperative ha sottolineato che i costi di gestione non si possono ridurre all’osso e che servono regole ben precise per evitare che responsabilità di qualunque tipo vada a cadere sulle spalle delle cooperative nel momento in cui il personale che deve seguire i bambini è ridotto, i sindacati hanno evidenziato i problemi legati all’aspetto occupazionale. Qualche ora dopo l’incontro Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Diccap, e le federazioni di categoria Fp Cgil, Cisl Fp e Uiltemp Uil hanno elaborato e diffuso una nota in cui chiedono alla giunta “la modifica e la riapertura dei termini del bando per l’affidamento dei servizi ausiliari negli asili nido comunali”. Lo scopo è di provvedere alla scopertura delle ore pomeridiane (“attualmente non è rispettato il rapporto operatore/bambino di uno a tredici, relativo al numero di ore previsto dal bando sul servizio da espletare”) e l’assenza di posti per il personale aggiuntivo da occupare per l’assistenza di bambini disabili. Per quanto riguarda le ore scoperte, il calcolo delle unità dovrebbe arrivare a sette. Le sigle sindacali, inoltre, mettono sul tavolo “la possibilità di impiegare il personale eventualmente in esubero nei servizi previsti per la stessa utenza, come spazi-gioco, asili di caseggiato e asili con fondi Pac”.

Possibilità questa tutta da verificare e difficile da prevedere o quantificare. Una nota unitaria nata dalla mediazione tra le diverse posizioni emerse durante il tavolo che ha visto soprattutto il rappresentante della Uiltemp, Giuseppe Avellino, mostrare numerose perplessità circa la gestione dell’affaire asili da parte della giunta. “Il bilancio della riunione non può essere totalmente positivo rispetto alla conclusione dell’incontro”, commenta il sindacalista a margine del tavolo. “Ho però capito meglio l’impalcatura organizzativa del servizio così come non viene posto in maniera chiara nel capitolato del bando”, aggiunge. Un bando più volte tacciato di essere difficile da decifrare durante l’incontro ma difeso dall’avvocato comunale Petino che, pur non potendo rendere un parere a terzi, lo ha però valutato chiaro e comprensibile. “Viene, nei fatti, disatteso il contratto nazionale degli enti locali che prevede, a prescindere dal fatto che il personale sia interno o esterno all’amministrazione, quale deve essere il rapporto educatore-bambini e quello personale ausiliario–bambini”, aggiunge Avellino. Il sindacalista, inoltre, si rifà al regolamento comunale che “prevede una collaborazione tra due figure, educatori e ausiliari, nei momenti di necessità”. “Cosa che viene calpestata dal modello organizzativo paventato dal bando: il personale ausiliare diventerebbe fluttuante” non più con cinque ore continuative di lavoro nella stessa struttura. Un elemento che renderebbe “fluttuante anche il rapporto di uno a tredici che dovrebbe essere continuo”.

Nei prossimi giorni dovrebbe muoversi anche il consiglio comunale, come preannuncia la consigliera Ersilia Saverino del Megafono (presente insieme alla collega Maria Ausilia Mastrandrea) intenzionata a fare da “moderatrice” tra le varie posizioni in campo.

Chi sembra invece poco convinto dell’incontro è Matteo Iannitti, presente stamane in veste di delegato Cobas. Una riunione che Iannitti definisce “monca” per via della parziale assenza di Villari. “L’assessore doveva dare copertura politica all’incontro”. “Noi oggi ci troviamo nella situazione per la quale tra otto giorni il servizio potrebbe essere dimezzato, sia per il numero di bambini che potrebbe passare da 740 ai 360, sia dal punto di vista dei posti di lavoro”, aggiunge Iannitti. L’unico spiraglio che l’esponente di Cbc considera positivo è “l’ unità di vedute” tra sindacati e cooperative rispetto all’intenzione di effettuare modifiche al bando. La palla a questo punto passa alla giunta. “L’amministrazione deve decidere se revocare o modificare questo bando; se questo accadrà nelle prossime ore avremo la possibilità di trovare una proposta che salvi i posti di lavoro e assicuri il servizio per un numero di bambini superiore”. “In caso contrari ci troveremo in una situazione drammatica”, afferma Iannitti. Il riferimento è alla questione occupazionale, finora, infatti, sono state novanta le persone impiegate a gestire i servizi perché avevano accettato i contratti di solidarietà. Numero che dovrebbe scendere a trentanove unità. “Questo numero non tiene conto delle reali necessità dei bambini, delle mansioni delle lavoratrici ma soprattutto che i bambini sono dislocati in undici strutture; di fronte a questi numeri quello che viene fuori è un licenziamento di cinquanta lavoratrici e in più che quel servizio che si voleva ampliare viene ridotto”. “Se si chiude a trecentosessanta bambini: la partita è chiusa”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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