Sindaco De Luca ed “EuroMiccichè” | I deputati Ars col doppio incarico

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28 Agosto 2018, 14:03

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PALERMO – Sindaco e deputato. Un po’ al Comune, un po’ all’Ars dove intende “essere presente nel corso della manovra di assestamento. Non me ne andrò certamente in questo momento”. E così, Cateno De Luca oggi ricopre il doppio incarico di primo cittadino di un capoluogo, Messina, e quello di parlamentare regionale in Sicilia.

Doppio incarico che, in realtà, non è compatibile con le norme vigenti. Norme che, però, fissano anche l’iter per le dimissioni e per la “surroga”. Nel caso di De Luca, ad esempio, la doppia carica deve essere segnalata da qualcuno e potrebbe occuparsene, in teoria, anche la Commissione per la verifica dei poteri dell’Ars. A quel punto inizierebbe il percorso per la sostituzione. Al momento però, a due mesi dalle elezioni comunali, nessuno ha segnalato il doppio incarico. E De Luca si è guardato bene dal dimettersi, lasciando al momento ai “box”, Danilo Lo Giudice, primo dei non eletti a Messina e suo fedelissimo.

“Se Danilo mi chiede di sbrigarmi? Assolutamente no, abbiamo un rapporto fraterno. Certamente, scalpita per arrivare all’Ars, ma lo farà presto”. Cioè entro fine settembre, prevede l’onorevole-sindaco. “Non ho nessuna intenzione – dice De Luca a LiveSicilia – di lasciare il lavoro a metà. La prossima legge di assestamento rischia di vanificare il lavoro fatto in occasione della legge di stabilità, anche riguardo ai Comuni, compreso Messina. Il giorno dopo l’approvazione di quella legge, il cui iter dovrebbe iniziare e chiudersi entro settembre, rassegnerò le mie dimissioni”. E così, spazio a Lo Giudice, che nei giorni della vittoria di De Luca alle elezioni comunali era stato travolto dai brindisi e dalla gioia di parenti e amici per un ingresso in Assemblea che sembrava immediato. E invece, servirà ancora un po’ di pazienza.

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Nel frattempo, De Luca allontana l’idea che la sua permanenza all’Ars sia dovuta al mantenimento di una doppia indennità (per altro vietata dalla legge) o per calcoli legati allo “scatto” del vitalizio. Anzi, il sindaco tira fuori i documenti. Quello con cui ha dato mandato agli uffici del Comune di non corrispondergli l’indennità di sindaco fin quando non cesserà dalla carica di deputato, e quello con cui l’Assemblea regionale ha conteggiato gli anni utili per vitalizi e pensione: oltre dieci anni, grazie ai “contributi volontari” versati dal deputato-sindaco, che gli consentiranno di andare in pensione-vitalizio già a 60 anni.

E così, mentre De Luca resiste, c’è un altro deputato che al momento siede formalmente su due poltrone. E in questo caso si tratta della massima carica dell’Assemblea regionale, Gianfranco Miccichè, come racconta oggi La Sicilia: “Leontini – dice oggi al quotidiano – è uno dei nostri e sarà lui l’eurodeputato, perché io ovviamente non lascio Palermo per andarmene a Bruxelles. Anche se lì si lavora meno, si sta in pace, c’è un bel fresco… Ma state tranquilli: io resto presidente dell’Ars, mi dimetterò da eurodeputato. Quando? “Alla prima plenaria, che se non ricordo male è il 10 settembre”. Fino a quel giorno, l’Ars avrà due “superdeputati”: l’Euro presidente e l’onorevole sindaco. Mentre Leontini e Lo Giudice restano in sala d’attesa.

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28 Agosto 2018, 14:03

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