Siracusa, ecco l’ora | del rimpastino

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03 Agosto 2016, 16:44

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SIRACUSA- Azzeramento della giunta. No, cambio di tre assessori. Anzi due. Alla fine fu un rimpastino-ino quello deciso dal sindaco di Siracusa Giancarlo Garozzo per la sua giunta comunale, seppur con qualche significativo passaggio di deleghe e la nomina di una specie di “superconsulente” alla Legalità, l’ex magistrato e già assessore regionale della giunta Crocetta, Ettore Leotta. Una decisione che è arrivata stamattina, a 25 giorni da un documento della direzione del suo partito, il Pd, che annunciava la decisione collegiale della imminente nascita di “un nuovo governo della città per consentire il rilancio dell’azione amministrativa”.

Collegialità che s’era subito persa per strada, passando dalle stanze delle fazioni interne al partito e riemergendo in dichiarazioni pubbliche belligeranti; e l’espressione “nuovo governo”, nel gioco delle interpretazioni. E così, a quasi un mese da quella direzione provinciale svolta alla presenza del segretario Fausto Raciti e convocata a seguito degli scandali giudiziari che hanno colpito il Municipio siracusano, il risultato è stato il seguente. Hanno lasciato l’incarico: l’assessore ai Lavori pubblici Alfredo Foti, espressione dell’area fotiana-renziana cui apparteneva lo stesso sindaco al momento della sua elezione (oggi Garozzo è più vicino a Area Dem); l’assessora a Verde pubblico e Attività produttive Teresa Gasbarro (area Megafono) e l’assessora alle Politiche sociali Rosalba Scorpo (ex Sel, poi passata al Pd vicina al sindaco). La nuova composizione della giunta vede sette e non otto assessori, in quanto il sindaco Garozzo tiene per sé la delega dei Lavori pubblici che fu di Foti.

I due nuovi assessori sono: Grazia Miceli, 46enne commercialista di Cassibile (area ex Megafono) e Giovanni Sallicano, noto avvocato, da famiglia d’ispirazione liberale (il padre fu deputato regionale del Pli tra gli Anni 60 e 70: lo slargo davanti al tribunale porta il suo nome), uomo vicino al sindaco Garozzo. Qualche sorpresa, però, è nelle deleghe. Il Verde pubblico, il cui nuovo appalto è stato al centro di polemiche, va all’assessore confermato Dario Abela (già Polizia municipale, mobilità, trasporti). All’assessore Pietro Coppa, per la riconferma del quale l’Area Dem del deputato nazionale Pd Sofia Amoddio ha posto il veto che ha – di fatto – interrotto il discorso sull’azzeramento, viene tolta la delega alle Politiche sportive (area al centro di un’inchiesta sugli affidamenti): continuerà a occuparsi di Politiche ambientali e Servizio idrico. Le Politiche sportive passano tra le già corpose competenze di un altro ritenuto “intoccabile” dal sindaco, l’assessore Francesco Italia (Centro storico, Beni culturali, Turismo). All’assessore al Bilancio Gianluca Scrofani, confermato, espressione degli alleati dell’Udc, vengono tolte le deleghe Patrimonio e Contenzioso, che invece figurano tra le competenze della nuova entrata Grazia Miceli, che si occuperà pure di Protezione civile, Decentramento, Servizi demografici, e Pari opportunità. Infine all’altra new entry, Giovanni Sallicano, oltre alla delega alle Politiche Sociali, vengono attribuite le assolute novità di questo rimpasto: Legalità e trasparenza.

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Per questo capitolo sarà coadiuvato dal superconsulente Ettore Leotta, come sottolineato dallo stesso Garozzo: “Per l’assessore Giovanni Sallicano – ha detto– chiamato a costruire il settore Legalità parte una bella sfida. Un ringraziamento particolare all’ex magistrato in quiescenza dottor Ettore Leotta, che ha sposato questo progetto e dato la sua disponibilità a coadiuvare l’assessore Sallicano per il bene della città a titolo gratuito”. Politicamente, la vicenda segna uno strappo profondo all’interno del Pd, che già in una nota a firma dei segretari provinciale e cittadino Alessio Lo Giudice e Marco Monterosso definisce l’operazione un leggero “maquillage” e aggiunge: “Aver deciso di disattendere il mandato della direzione ha un sicuro significato politico che ci conduce fin da adesso a prendere le distanze dall’Amministrazione comunale di Siracusa”. Una valutazione più complessiva e un confronto, anche in vista del referendum nazionale sulle riforme, verrà fatto in sede di Direzione provinciale ai primi di settembre. Ma il rimpasto conferma anche uno strappo tra i renziani aretusei per mano proprio del sindaco che, dall’area fotiana-renziana, dalla quale proviene socialmente, politicamente e culturalmente, si avvicina ai Dem di Amoddio e Cirone Di Marco.

Affrancamento o isolamento? Di “isolamento” si bisbiglia e ne parla chiaramente il Verde Peppe Patti: “Nulla da eccepire – dice – sui nomi scelti dal sindaco, sono dei validissimi professionisti. Incomprensibile la logica che lo ha portato a questa sostituzione, se non per legarsi ancora di più al consiglio comunale, che è sempre quello di “gettonopoli”, invece di aprirsi alla città e al centrosinistra, strategia che lo porterà a procedere in beata solitudine per la sua strada.

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03 Agosto 2016, 16:44

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