Economia

Siracusa, l’ipotesi di una nuova vita per il petrolchimico

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18 Maggio 2021, 17:13

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SIRACUSA – Firmato il protocollo d’intesa per istituire l’area di crisi industriale complessa del Polo industriale petrolchimico di Siracusa, da sottoporre al ministero dello Sviluppo economico con il progetto di riconversione e riqualificazione. Sono intervenuti, oltre al presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci che era in video collegamento, l’assessore regionale alle Attività produttive Mimmo Turano, il prefetto di Siracusa Giusi Scaduto, il sindaco di Siracusa Francesco Italia, il presidente della Camera di Commercio Pietro Agen, il presidente di Confindustria Siracusa e vicepresidente di Confindustria Sicilia Diego Bivona, e ancora i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, i sindaci degli 11 Comuni che gravitano nell’area industriale e i rappresentanti dell’Autorità di sistema portuale della Sicilia orientale.

“Riteniamo che l’area industriale di Siracusa – ha affermato Musumeci – sia non soltanto da tutelare ma da rilanciare, perché ci consentirebbe di alimentare l’export siciliano. Oggi iniziamo un percorso fatto di varie tappe Questo è il primo passo che avvia l’iter per il riconoscimento dell’area di crisi industriale complessa che è la condizione necessaria per poter attingere a tutte le possibili misure di sostegno economico e finanziario in aiuto alle aziende insediate. Come governo regionale siamo pronti a intervenire insieme al Ministero per permettere alle imprese che si trovano in quest’area di operare una completa riconversione”.

“L’amministrazione regionale – ha detto Turano – nel percorso di definizione del protocollo d’intesa ha avviato una proficua collaborazione con la Prefettura di Siracusa e ha seguito un percorso di ascolto, condivisione e coesione con i comuni, le imprese, le associazioni datoriali e sindacali. In particolare, sono stati oggetto di studio i flussi dei lavoratori per delimitare l’area interessata dagli interventi che verranno proposti con la finalità principale di salvaguardare i livelli occupazionali. Possiamo dire che questa volta la Regione si è mossa per tempo con l’ obiettivo di tutelare una realtà importantissima per l’economia siciliana e nazionale, che fornisce lavoro a quasi ottomila persone fra diretto, indotto e servizi”.

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La firma di oggi, dunque, dà il via al percorso per la richiesta di crisi industriale complessa al ministero dello Sviluppo economico per il Polo produttivo del Siracusano, che comprende le attività che si trovano nei comuni di Priolo Gargallo, Augusta, Melilli e Siracusa. Il distretto produce un fatturato complessivo di 12,2 miliardi, il 15% del valore aggiunto dell’industria della trasformazione della Sicilia e il 53% della provincia di Siracusa. E impiega circa 7.500 fra indotto e diretti di cui 3.250 nelle grandi imprese del polo chimico, petrolifero ed energetico, in gran parte nelle sette multinazionali presenti nell’area (dai russi di Lukoil all’algerina Sonatrach e poi Sasol, Versalis, Erg Power, Air Liquide).

Il riconoscimento per Siracusa di “area di crisi industriale complessa” può essere “l’inizio e una parte del ventaglio di opzioni che dovranno essere attivate”. Si tratta di una “misura utile ma non sufficiente a rilanciare l’area industriale”. Così Cgil, Cisl e Uil Sicilia che giudicano il protocollo al riguardo “un primo elemento per la riconferma della centralità del petrolchimico e del sistema industriale siciliano, nonostante le lacune e insufficienze”. I sindacati, con un documento, chiedono di sottoscrivere adesso “un serio progetto di rilancio dell’area industriale, affinché questa non sia l’ennesima occasione perduta, unendo anche gli accordi di programma necessari e un protocollo di legalità che, per Cgil, Cisl e Uil, “deve essere sottoscritto”.

In una nota i sindacati siciliani scrivono che “in un contesto fortemente disgregato e precario occorre ricompattare il mondo del lavoro verso obiettivi comuni di miglioramento delle condizioni di vita di tutti e di ciascuno rafforzando la contrattazione territoriale, il confronto con il coinvolgimento delle categorie e delle aziende, per misurare la volontà di rilanciare il polo industriale siracusano come hub energetico che traguardi le sfide della transizione energetica e della digitalizzazione”. Tra le richieste anche quella di “disciplinare la normativa degli appalti per sostenere piani occupazionali a lungo termine, facendosi carico degli impatti sociali, anche eliminando l’utilizzo dei contratti pirata e riducendo così il dumping contrattuale, per garantire la qualità, la professionalità, la sicurezza ed il rispetto dell’ambiente”. Siracusa, per i sindacati è “il banco di prova su cui si misurerà la credibilità della politica e l’efficacia delle misure di contrasto alla crisi mettendo al centro un modello relazioni sindacali partecipate e un confronto di merito su tutti i temi e gli effetti. Per questo- concludono- avvieremo un percorso che coinvolgerà i lavoratori dell’area industriale siracusana, al fine di rivendicare investimenti, garanzie occupazionali, sostegno formativo e regole certe sul sistema degli appalti”.

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18 Maggio 2021, 17:13

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