20 Novembre 2013, 20:58
2 min di lettura
PALERMO – Un sit-in per commemorare le vittime dell’odio, del pregiudizio e della discriminazione razziale si è svolto questo pomeriggio a piazza Castelnuovo, a Palermo, attorno alle luci suggestive di decine di candele posizionate intorno a uno striscione recante la scritta “Stop Transfobia!”. Un momento di raccoglimento, voluto e organizzato da Arcigay Palermo, Articolo Tre Salvatore Adelfio e Agedo Palermo in occasione del Tdor, il Transgender day of remembrance, una giornata in memoria di Rita Hester, transessuale uccisa a coltellate nella sua abitazione A Boston il 28 novembre 1998, e di cui i giornali avevano parlato utilizzando il maschile e il nome Rita tra virgolette. Occasione in seguito alla quale, l’anno successivo, a San Francisco, si tenne una veglia per ricordare sia la donna che tutte le persone che ‘muoiono’ ogni giorno sotto le lame affilate del pregiudizio.
Un modo per lanciare, tra l’altro, un messaggio forte alle istituzioni, a pochi giorni dalla discussione in Senato di una legge che verterà su omofobia e transfobia, e per richiedere l’inserimento di nuove norme che prevedano un’azione preventiva sul tema, nonché l’avvio di corsi di formazione per gli operatori sanitari e del mondo della formazione. “Anche i media sono spesso complici di un grande crimine – dice Gaia Vitanza -, quello del non rispetto dell’identità di genere, elemento che costituisce un’ulteriore violenza per chi ne riceve ogni giorno. Noi chiediamo che il governo si muova per proteggere queste persone che troppo spesso sono lasciate sole e che si faccia luce su un argomento su cui regna troppa ignoranza”.
Una mobilitazione che nasce dal desiderio di assumersi un compito ben preciso, ovvero quello di distruggere la barriera del silenzio e permettere a tutti di essere considerati uguali. “Siamo qui con spirito combattivo – commenta Carlo Verri, consulente del Comune contro l’omofobia -. Rivendichiamo semplicemente il diritto a non essere discriminati. Viviamo una situazione non facile, in un Paese che si trova ad essere il secondo per vittime dell’omofobia. L’Italia non è così differente dalla Russia, di cui tutti parlano per le leggi che discriminano gli omosessuali. Il nostro Paese è infatti il secondo, dopo la Turchia, per vittime dell’omofobia e della transfobia”.
Non sono mancati, però, apprezzamenti all’amministrazione comunale per la vicinanza mostrata al tema. “Palermo può migliorare – spiega Daniela Tomasino, presidente dell’Arcigay Palermo – ma sicuramente rispetto al resto della Sicilia e dell’Italia la nostra città è una sorta di Paradiso. Non voglio dire che vada tutto bene, ma c’è un’amministrazione molto recettiva e aperta al problema”. Il sit-in si è chiuso con un messaggio di speranza, quello di non ricordare le vittime solo in giornate come questa ma di “mantenere sempre viva la memoria e non sottovalutare l’impegno a muoversi ogni giorno contro ogni forma di razzismo nei confronti di chi spesso non ha voce”.
Pubblicato il
20 Novembre 2013, 20:58