08 Febbraio 2024, 10:52
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PALERMO – Palermo e Catania sono tra le città più inquinate per quanto riguarda il biossido di Azoto (NO2). È questo uno dei dati che emerge dal rapporto “Mal’Aria di città 2024” di Legambiente sull’inquinamento atmosferico nelle città italiane.
Palermo e Catania, pur non superando il limite legislativo attuale per il biossido di Azoto (NO2), nel 2030 saranno fuorilegge viste le concentrazioni registrate nel 2022: le situazioni più critiche e distanti dal nuovo obiettivo si registrano a Milano (38 µg/mc), Torino (37 µg/mc), Palermo e Como (35 µg/mc), Catania (34 µg/mc), che dovranno ridurre le loro emissioni per più del 40%.
Le due città siciliane dovranno ridurre le concentrazioni di oltre il 40% nei prossimi anni per non incorrere in procedure di infrazione, nello specifico Palermo del 44% e Catania del 41%. Tra le città che hanno riportato i valori medi annui più elevati e che superano ampiamente sia il futuro limite normativo che la soglia dettata dall’OMS (e che quindi dovranno lavorare di più nei prossimi anni per la diminuzione delle concentrazioni) figurano Palermo (35 µg/mc) e Catania (34 µg/mc).
Ci vuole però un’accelerazione. Palermo, se mantenesse nei prossimi anni gli attuali tassi di diminuzione (rispettivamente del 5%, 2%, 6% all’anno), per rientrare nei limiti imposti dalla normativa che sarà in vigore dal 2030 (20µg/mc), impiegherebbe circa 36 anni.
Il biossido di Azoto è un gas irritante per l’apparato respiratorio e per gli occhi che può causare bronchiti fino anche a edemi polmonari e decesso. Le emissioni derivano sia da processi di combustione (centrali termoelettriche, riscaldamento, traffico), che da processi produttivi senza combustione (produzione di acido nitrico, fertilizzanti azotati, ecc.).
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08 Febbraio 2024, 10:52