Social card, cittadini in fila per il ritiro |”Molti non posseggono i requisiti”

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21 Giugno 2013, 20:50

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PALERMO – Code e disagi nelle circoscrizioni di Palermo nei primi due giorni di presentazione della richiesta per la Social Card, la speciale carta acquisti che consentirà a circa 1500 famiglie con determinati requisiti di accedere a un contributo ministeriale fra i 200 e i 400 euro al mese. Da ieri migliaia di cittadini si sono riversati nelle sedi circoscrizionali creando code di ore. A quanto pare, non tutti hanno ancora ben chiari quali siano i requisiti necessari “e per questo c’è il rischio che il servizio si riveli un flop – dice il presidente della Seconda, Antonio Tomaselli –. Non bisogna considerare un successo il numero delle istanze presentate, ma il numero di quelle accompagnate da una documentazione completa e idonea”.

È bene ricordare innanzitutto che per presentare la domanda c’è tempo fino al 20 luglio e che le graduatorie saranno definitive entro il 10 settembre. Stamattina gli uffici erano oberati di lavoro e non sono mancate le proteste da parte di chi ha atteso per in fila fin dalle prime luci dell’alba, con tanto di bambini al seguito. Nella sede della Quarta, ad esempio, la rotazione del personale, decisa di recente dall’assessore al Decentramento Giusto Catania, non è stata ancora perfettamente assorbita: delle 95 persone in attesa solo una ventina ha potuto presentare la sua domanda agli sportelli. “Il reparto dedicato alla Social Card è rimasto un po’ sguarnito a causa delle rotazioni e stamattina faccio un po’ di tutto”, dice una dipendente, mentre un’altra lamenta “la lentezza dei computer”.

Tra i cittadini in attesa c’è chi invoca le forze dell’ordine e chi si chiede se non fosse il caso di coinvolgere i Caf e i patronati quanto meno nel servizio di informazione ai cittadini. Proprio sulla scarsa comprensione del meccanismo della carta, infatti, si concentrano i dubbi del presidente Tomaselli: “Stamattina abbiamo avuto un surplus di lavoro – dice –, anche perché abbiamo dovuto accogliere le richieste dei palermitani della Terza circoscrizione, attualmente in fase di trasloco. Una parte degli impiegati della Terza e due assistenti del Segretariato sociale ci stanno dando una mano”.

“Da parte dei mezzi di comunicazione e del Comune – continua il presidente – ci deve essere uno sforzo maggiore nel far comprendere quali siano i requisiti per poter accedere al servizio, che non è destinato indistintamente a tutti i disoccupati con reddito Isee inferiore a tremila euro, ma soltanto ai nuovi poveri: per presentare la richiesta della Social Card occorre che almeno uno dei componenti familiari nei 36 mesi precedenti abbia perduto la propria occupazione, oppure che sia stato titolare di un’impresa che nel frattempo è fallita o, ancora, che sia stato titolare di un contratto atipico. Altro requisito essenziale è che tutti i componenti familiari siano in assenza di rapporti di lavoro”.

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“La crisi sociale e occupazionale a Palermo non esiste certo da tre anni – conclude Tomaselli –, qui il meccanismo della Social Card, che pensa soprattutto ai nuovi disoccupati, è inefficace: può esserlo maggiormente in città come Milano o Verona. In ogni caso ho indetto per martedì mattina una riunione con la cittadinanza e i Caf per spiegare a tutti come funziona la Social Card. I così Caf e patronati potranno darci una mano facendo opera di filtraggio. Altrimenti sarà il caos”. I dati dei primi due giorni sono in effetti poco incoraggianti: “Al momento il 70% delle richieste verrà cestinato”, dice una delle impiegate del Segretariato sociale”.

Anche la Cgil rimarca le difficoltà nel far comprendere ai palermitani le ragioni di un’accettazione o meno della domanda. “Le circoscrizioni sono invase da persone che non riescono a farsi una ragione di non avere i requisiti e vengono a lamentarsi anche da noi, prendendosela per la loro esclusione – dichiara Adele Cinà, responsabile Cgil delle sedi dello Zen e di Brancaccio –. In effetti, soprattutto allo Zen ma anche a Brancaccio, è difficile trovare almeno un componente nel nucleo familiare che abbia lavorato, naturalmente non in nero, negli ultimi tre anni. Allo stesso modo spesso vi sono nuclei familiari abbastanza grandi, di otto o dieci persone, con zero reddito Isee, ma se il nucleo percepisce già un assegno sociale e un’indennità di accompagnamento, per qualcuno della famiglia viene superato il requisito dei 600 euro mensili e sono tagliati fuori”.

I requisiti contenuti nel decreto del Ministero del Lavoro, di concerto con il Ministero delle Finanze, erano noti da sempre. La stessa Cgil nelle sue sedi distaccate aveva fatto ampia opera di informazione prima della pubblicazione del bando. “Abbiamo provato a spiegare in anticipo a molte persone che non rientravano nei criteri per chiedere la carta. Ma abbiamo pur sempre dovuto rimandare al momento della pubblicazione del bando – aggiunge la sindacalista –. È una carta pensata per i nuovi poveri, come tutti si sono affrettati a dire. Ma ai vecchi poveri cosa diamo? Non volendo erogare solo assistenza, cosa proponiamo? È anche arrivato il tempo di smascherare i ‘finti poveri e di eliminare le disuguaglianze anche nell’erogazione di sussidi e contributi razionalizzando il più possibile. Ora – conclude la Cinà – resta solo da fronteggiare la rabbia di tanta gente che in ogni caso si sente presa in giro dalla politica, che ha prodotto un provvedimento che non può dare risposta alla stragrande maggioranza delle famiglie in stato di povertà assoluta a Palermo”.

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21 Giugno 2013, 20:50

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