25 Giugno 2015, 10:51
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PALERMO – “Pagare pur di lavorare. Ci sarebbe pure questo tra le infinite storture della formazione professionale siciliana”. Questa la denuncia choc del Movimento 5 stelle che in una nota parlano di “numerosi dipendenti da un ente di formazione di Palermo, su precisa richiesta dei datori di lavoro, avrebbero sborsato 1500 euro a testa per consentire ai vertici dell’istituto di coprire debiti pregressi e consentirgli di evitare di chiudere i battenti”.
“E tutto questo – prosegue la nota – in un periodo tutt’altro che felice per i lavoratori, già all’epoca dei fatti (mese di novembre 2014) senza stipendio da diversi mesi e con una miriade di problemi economici da fronteggiare. Il condizionale in questa vicenda è d’obbligo, visto che il M5S ne è venuto a conoscenza grazie ad alcune delle numerose denunce postate nel sito anticorruzione, messo in piedi qualche mese fa dai parlamentari nazionali e regionali del Movimento per far venire alla luce scambi di mazzette e traffici illeciti, o comunque poco chiari, nella pubblica amministrazione”.
“A testimoniare l’operazione, secondo le diverse denunce raccolte dal sito, ci sarebbero pure bonifici bancari e la testimonianza (questa volta senza condizionale) di due ex dipendenti dell’ente, a conoscenza della vicenda, ma nella quale non sono stati coinvolti in quanto nel novembre del 2014 erano già stati licenziati. I due, che per il momento preferiscono rimanere anonimi, sono comunque pronti a testimoniare, qualora la cosa dovesse rivelarsi necessaria”.
“Sulla questione – dicono le deputate M5S all’Ars Gianina Ciancio e Valentina Zafarana – al nostro sito sono arrivate diverse segnalazioni. Abbiamo provato a contattare gli autori, ma ai numeri indicati non ha risposto mai nessuno, a parte i due che ci hanno raccontato i fatti. La cosa, comunque, non ci sorprende. La paura di perdere il posto di lavoro in questi casi è spesso maledettamente condizionante”.
Per cercare di far completa luce sulla vicenda Ciancio e Zafarana hanno scritto una interrogazione diretta al presidente della Regione Crocetta e all’assessore alla Formazione Lo Bello. Ai due alti rappresentati della Regione le parlamentari chiedono “in virtù del loro potere di controllo e di vigilanza sulla gestione tecnica ed amministrativa delle attività di addestramento professionale dei lavoratori…quali iniziative intendano assumere al fine di richiedere tutti gli atti relativi alla gestione finanziaria ed amministrativa dell’ente in questione… e se, riscontrate eventuali ipotesi di reato, non ritengano utile adire le vie giudiziarie al fine di accertare eventuali responsabilità”.
“L’ente in questione – continuano – Zafarana e Ciancio – secondo le denunce raccolte dal portale avrebbe commesso altre irregolarità che vanno dal lucro sugli affitti degli immobili, all’alterazione dei registri per incassare maggiori rimborsi, solo per citare alcuni esempi. Una indagine dell’assessorato è più che doverosa”.
Le segnalazioni sulla Formazione non sono le uniche pervenute al sito anticorruzione del M5S, che in poco più di 4 mesi ha toccato quasi quota 400 denunce.
“Molte di queste – afferma la deputata alla Camera Giulia Di Vita, una delle principali promotrici del sito – sono al vaglio dei deputati e dei loro collaboratori, e alcune sembrano anche abbastanza interessanti. Sappiamo che il sito non può certo arginare l’imponente valanga dei fenomeni corruttivi. Alla lunga, però, potrebbe anche fungere da deterrente ed evitarne diversi. E in questo caso il sito avrebbe raggiunto il suo scopo. Ringraziamo quanti si stanno mettendo in gioco anche anonimamente. Siamo certi che se i cittadini prendono consapevolezza del potere della legalità, questo sarà solo l’inizio…”.
*Aggiornamento ore 19.55
Sulla vicenda interviene direttamente l’assessore regionale alla Formazione, Mariella Lo Bello; “La storia raccontata dai deputati del M5S era già nota a questo assessorato – spiega -. Il 5 maggio scorso, infatti, abbiamo ricevuto un esposto che raccontava questa vicenda. Esposto che abbiamo immediatamente girato ai carabinieri, i quali ci hanno informato che già dal 2014 c’era un indagine in corso sulla vicenda. I militari ci hanno, inoltre, assicurato che le informazioni da noi comunicate sarebbero tornate loro molto utili”.
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25 Giugno 2015, 10:51