06 Aprile 2021, 12:51
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PALERMO – “Ahi. Gesù mio. No, gli ho detto: mi devo preoccupare?… ‘no… dice: no… però lo vedo io nella faccia che…”, Vincenzo Cascino aveva notato qualcosa di strano sul volto di Giuseppe Calvaruso.
Sono amici di vecchia data, da quando sono finiti nei guai insieme per avere protetto la latitanza di Giovanni Motisi. Cascino, titolare di un negozio di fiori, e Calvaruso, ufficialmente geometra ma considerato il nuovo reggente del mandamento mafioso di Pagliarelli, dalla fine del 2018 hanno ripreso a frequentarsi con grande assiduità.
Calvaruso la notte non riusciva più a dormire perché, diceva Cascino senza sapere di essere intercettato, “fin quando sai che non c’è niente… quando sai che c’è un problema che potrebbe essere imminente te li senti sempre dietro la porta”.
Secondo i carabinieri, Calvaruso sapeva di correre il rischio di essere arrestato. Pensava alla sua famiglia e già immaginava le conseguenze del distacco. Un buon capo per prima cosa deve provvedere alle esigenze delle famiglie dei detenuti. E Calvaruso su questo fronte non si è risparmiato.
Le indagini ricostruiscono un vorticoso giro di incontri con Vincenzo Sorrentino, figlio di Salvino, capo della famiglia del Villaggio Santa Rosaria, con Roberto Barbera genero di Andrea Ferrante, con Silvestre Maniscalco figlio di Matteo, l’autista del boss Settimo Mineo, con Alessandro Miceli, nipote di Giovanni Cancemi.
Sono tutti parenti di gente condannata nel processo alla nuova cupola di Cosa Nostra. E ci sono pure incontri fra Calvaruso e Rosanna Addotto e Lucia Martinelli, rispettivamente moglie e madre di Gianni Nicchi contro cui, così dicevano, c’era stato un accanimento sia giudiziario che mediatico: “Purtroppo lo hanno preso di petto… facendone un caso… che i giornalisti fanno un danno enorme”. Calvaruso si sarebbe occupato della ristrutturazione della casa dove vive la moglie del boss.
Calvaruso si sarebbe assunto l’onere che spetta a un capo. Con piccoli e grandi gesti. L’11 giugno 2019 ad esempio organizzò un pranzo nella sua lussuosa villa in via Altofonte. Tra gli invitati le mogli di Giovanni Cancemi e Andre Ferrante che il giorno precedente erano state a colloquio con i mariti.
Giovanni Caruso, considerato il braccio destro di Calvaruso, è stato intercettato mentre si dava un gran da fare: “… mille euro glieli ho dati a lui e mille euro a quello… ora va a colloquio e glieli do. Perché cinquecento euro glieli ho dati la settimana passata. Perché quando fa il colloquio glieli devo dare almeno mille euro? Dico, due colloqui sono duemila euro…”.
A volte si attivava per dei regali fuori programma come il pesce e l’agnello che recapitò alla moglie di Cancemi in modo che lo cucinasse e lo facesse avere al marito detenuto. Ma i soldi erano molto più importanti. E le cimici hanno captato il conteggio delle banconote.
“Uno, due e tre… quattordici e quindici. Cinquecento, cinquecento e cinquecento… e mi restano solo… mille… mille e cinque di quello… duemila e cinque. Per lui e suo parrino e duemila euro l’uno e me ne sono andato con il pari”. Ma chi gelo aveva fatto fare a prendersi “una gatta a pettinare di questa”? “Nesssuno, ormai me lo sono preso ed è come è giusto… ormai ci sono”. E in tanti battevano cassa. Come il figlio di Sorrentino: “Il calendario l’hai a casa vero? Se vuoi te ne regalo uno io… perché dico … venti giorni sono passati…”.
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06 Aprile 2021, 12:51