Soldi spariti prima del sequestro | Imprenditore patteggia la pena

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30 Novembre 2017, 05:06

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PALERMO – La sentenza di patteggiamento è ormai irrevocabile. L’imprenditore Gian Salvo Corsale è stato condannato a un anno e quattro mesi, pena sospesa, dal Tribunale di Termini Imerese.

L’imprenditore di Belmonte Mezzagno era imputato di trasferimento fraudolento di beni. La sua posizione si sgancia da quella di altri quattro imputati – Benedetta Cavallotti, Salvatore, Emanuele e Margherita Mazzola – per i quali l’udienza preliminare si svolgerà il prossimo 20 dicembre. In quella data sapranno se saranno rinviato o meno a giudizio.

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Il processo si incrocia con la misura di prevenzione che colpì nel 2013 la Tecno met srl, attualmente sotto sequestro e riconducibile, secondo l’accusa, alla famiglia Cavallotti di Belmonte Mezzagno, con cui Corsale è imparentato. Secondo la Procura di Termini Imerese e i finanzieri, poco prima dell’immissione in possesso da parte dell’amministratore giudiziario, gli imputati avrebbe trasferito 68 mila e 500 euro a se stessi e ad un’altra società a loro riconducibili. In particolare, sarebbero stati eseguiti sette bonifici bancari, cinque prelievi bancomat ed emessi due assegni poco prima che la gestione dell’impresa passasse ad un avvocato nominato dal Tribunale. Il tutto “in mancanza di giustificazione contabile e documentale. Il pm ha dato parere favorevole al patteggiamento avvenuto lo scorso lugli, ora divenuto irrevocabile, e deciso la confisca del denaro frutto delle operazioni ritenute illecite.

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30 Novembre 2017, 05:06

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