26 Gennaio 2011, 18:57
2 min di lettura
Scrive Sonia Alfano sul suo blog: “Non appena Cuffaro è stato definitivamente condannato per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra i detrattori professionisti, nonostante abbiano sicuramente appreso del mio entusiasmo a seguito della carcerazione dell’ex senatore (fa uno strano effetto, direi inebriante, poterlo scrivere), hanno prontamente ripreso a far circolare sul web un video (che tra l’altro si trova in rete già da un po’) in cui l’ex Presidente della Regione Sicilia si lancia per salutarmi, con due baci sulle guance. Ovviamente non eravamo ad un festino né ad un’audizione privata a Palazzo d’Orleans. Quel video è infatti l’estratto ritoccato di un servizio di Annozero, i cui giornalisti erano venuti a Palermo per intervistare i familiari delle vittime di mafia incatenati ai cancelli della Prefettura per protestare contro le disparità tra vittime della mafia e vittime del terrorismo”. E poi una serie di “giustificazioni” che chi vuole potrà leggere sul blog dell’europarlamentare di Idv. Il video ha creato qualche beffardo risolino tra i frequentatori della rete. Come, quoque tu, la pasionaria dell’antimafia, a contatto di epidermide col nemico oggi vinto e sbeffeggiato? E Sonia si è adirata. Da qui la fervida replica.
Non ci interessa il video con il contorno. Non è questo il motivo per cui siamo oggi a distanza siderale da Sonia Alfano, a cui pure vogliamo bene, per il dolore che ha sopportato e per come ha tentato di trasformarlo in riscatto. Ma se la rivoluzione è sacra, il terrore è sempre una bestialità. E’ che proprio non riusciamo a condividere l’allegria. Non tentiamo nemmeno di inebriarci per il destino di un uomo in carcere, si chiami Cuffaro o Anonimo. C’è un aspetto generale di umanità, che diventa particolare e che ci impedisce di brindare a cannoli levati, dentro una gazzarra che consideriamo crudele indecente. E non ci attirano i salti di gioia davanti allo schiocco di un timbro che incide sulla pergamena una sentenza terribile per tutti. Il presidente più amato dai siciliani è un amico della mafia. Ovviamente, è colpa sua, però sarà anche un po’ colpa della Sicilia. Se Cuffaro è il diavolo, com’è la terra che non ha smesso di amarlo a dispetto dell’evidenza? E’ un’isola, purtroppo. E’ impastata con la creta del sentimento personale che trascende le ragioni del diritto e della convivenza civile. E’ una Sicilia che somiglia al suo luogo comune. Cos’è la mafia se non la supremazia dell’interesse e del legame egoistico a dispetto delle sentenze e di Dio?
Dispiace che Sonia Alfano non colga il punto. E dispiace che sia così indurita dalla rabbia da avere dimenticato la sua dolcezza. Da avere dimenticato, per esempio, l’angoscia di una ragazza che aspettava suo padre, alzata fino a tardi, per paura che glielo portassero via, come in effetti accadde. Cara Sonia, ora c’è un’altra ragazza che aspetterà invano suo padre per molte sere. Lui è colpevole. Ma lei è una figlia innocente.
Pubblicato il
26 Gennaio 2011, 18:57