Soppressione del Tar di Catania |”Misura dannosa per la Sicilia”

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17 Giugno 2014, 17:33

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CATANIA – Il Tar di Catania ad ottobre potrebbe essere soppresso. Lo prevede l’articolo 18 del decreto legge cosiddetto della Pubblica Amministrazione varato dal Governo Renzi per tagliare gli sprechi. E se già sabato il presidente facente funzioni della sezione catanese del Tribunale Amministrativo regionale Veneziano avevo storto il muso, etichettando il provvedimento “come un’esigenza di immagine, e non di efficienza ed economicità”, oggi è pioggia di comunicati stampa di politici catanesi che si oppongono alla decisione del premier.

“L’effetto sarà quello di compromettere ancora di più di quanto non lo sia già lo stato della giustizia amministrativa in Sicilia”. Dichiarano i deputati regionali Gino Ioppolo e Nello Musumeci. “E’ una misura soltanto dannosa- commentano – non sorretta da ragioni utili alla riduzione del carico dei ricorsi amministrativi, dei tempi di trattazione dei relativi procedimenti, della riduzione delle risorse finanziarie impiegate”. E i due parlamentari regionali chiedono l’intervento immediato del governatore. “E’ necessario che il presidente Crocetta – dichiarano –  faccia sentire la voce della Sicilia e chieda immediatamente che sia mantenuta la sede distaccata del Tribunale Amministrativo Regionale di Catania sulla quale gravano, come è risaputo, un numero di ricorsi  pendenti ogni anno in aumento, superiore a quello di molte sedi centrali ricadenti in capoluoghi di regione”.

Chiede l’intervento del governo regionale anche l’europarlamentare Salvo Pogliese, che reputa la soppressione del Tar di Catania una “decisione altamente illogica sia sotto il profilo del corretto funzionamento della giustizia amministrativa che dal punto di vista economico. Per comprendere quanto sia errata la decisione di chiudere il Tar di Catania – spiega Pogliese – basti considerare come esso sia il primo in Sicilia e il sesto in Italia per carico di contenziosi. La sua chiusura, pertanto, vorrebbe dire sommergere il Tar di Palermo di una tale mole di lavoro da paralizzarne di fatto l’attività, con conseguente blocco della giustizia amministrativa in Sicilia.”

E Pogliese non è l’unico di Forza Italia a dire la sua. Basilio Catanoso, deputato nazionale azzurro commenta: “Si tratta di una delle strutture della giustizia da prendere come esempio, se è vero come è vero quello di Catania per volume di lavoro è il primo Tar della Sicilia e il sesto dell’intera Nazione – precisa -. La soppressione, peraltro, non ha neppure ragione economica, in quanto non vi sarebbe alcun risparmio perché giudici e personale andrebbero a Palermo con costi uguali a quelli di oggi”.

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Nelle ultime ore si registra anche la presa di posizione dei senatori catanesi Antonio Scavone, vicepresidente vicario del gruppo Grandi Autonomie e Libertà, e Giuseppe Compagnone.  “Non si comprende l’azione approssimativa del Governo nazionale – dichiarano –  che non motiva la drastica eliminazione, nè in ordine alla spesa nè alla funzionalità dell’apparato giustizia. Il rapporto costo-benefici non è stato analizzato. Così facendo si eliminano i controlli giurisdizionali nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni creando zone franche e d’ombra in contrasto con la più volte paventata azione trasparente di Governo. Qual è la logica del risparmio annunciato? Quali logiche muovono – si interrogano – il Governo centrale?”.

E a fine giornata arriva anche la reazione del Sindaco Bianco: “Ci batteremo con ogni mezzo perché il Tar di Catania non venga chiuso e sono sicuro che troverò risposta dal Governo Renzi: ho già parlato con Delrio e Rughetti e la prossima settimana li incontrerò. Non si possono non approvare i risparmi – ha detto Bianco – ma in questo caso si tratta di un colossale errore”.

 

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17 Giugno 2014, 17:33

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